Curcio Medie

Nel cuore dell’Africa, al confine tra la Repubblica Democratica del Congo e l’Uganda, si erge l’imponente massiccio montuoso del Ruwenzori (o Ruvenzori), che raggiunge nel Picco Margherita i 5109 m, altezza superata in Africa da due sole montagne: il Kilimangiaro (5895 m) e il Monte Kenya (5199 m).
Esteso tra il lago Alberto a nord-est e il lago Edoardo a sud-ovest, il sistema è lungo 130 km e largo, nella sua parte centrale, circa 35, e si compone di sei rilievi cristallini di natura non vulcanica, alti in media 4000 m e separati da ripide gole.

Al suo sollevamento hanno contribuito gli stessi grandi movimenti tettonici del Miocene e del Pliocene responsabili della formazione della Great Rift Valley, il poderoso sistema di fratture della crosta terrestre che si estende dalla valle del Giordano, in Siria, fino all’Africa australe.
La stratificazione verticale delle aree di vegetazione spontanea è molto evidente: alle falde del gruppo predomina una vegetazione tropicale ricca di boschi, mentre alle alte quote si incontrano specie tipicamente alpine.
Oltre i 4200 m si snodano i ghiacciai permanenti. L’area in cui sorge la catena è caratterizzata da un elevatissimo grado di umidità, per il quale il monte risulta spesso ammantato da pesanti coltri di nebbia.
L’ascensione al Ruwenzori può avvenire da entrambi i versanti, ma quello zairese è in genere preferito poiché permette di osservare sia l’incantevole paesaggio sia il graduale susseguirsi delle fasce di vegetazione con la loro fauna caratteristica.
Si tratta di una foresta di montagna costituita da alberi endemici, come le bellissime felci arboree che popolano gli angoli più soleggiati e le radure. Tra i 2300 e i 3000 m di altezza si sviluppa una fascia irregolare di bambù, che sfrutta particolari condizioni microclimatiche.
Fino ai 4500 m si trovano infine la brughiera e la zona alpina, caratterizzate da piante, come le lobelie, che raggiungono dimensioni particolarmente grandi. Qui, protetti entro i confini del Ruwenzori National Park, vivono circa 70 specie di mammiferi, tra cui elefanti, bufali e scimpanzé, e 177 specie di uccelli, molti dei quali endemici.

I monti della Luna
Il 24 maggio 1888, il celebre esploratore inglese H. M. Stanley, nel mezzo del suo viaggio più avventuroso nel cuore dell’Africa, ebbe la «visione» di montagne dalle cime nevose.
Un aiutante richiamò la sua attenzione additando un monte, che diceva «coperto di sale». Era una giornata particolare, in cui le nebbie e le nuvole delle foreste tropicali si erano diradate.
Stanley ricordò di essersi accampato in quel luogo tredici anni prima, e di non aver voluto credere agli indigeni che gli indicavano una montagna «quasi invisibile» in lontananza. L’esploratore allora intuì di aver trovato i leggendari Monti della Luna dell’antica geografia di Tolomeo, e li chiamò Ruwenzori, trascrivendo in modo errato il nome popolare di quella montagna in una delle lingue locali.
Oggi questo nome, Ruwenzori, è ormai universalmente adottato in tutte le carte geografiche del mondo al posto del legittimo Monti della Luna.
L’anno successivo, una nuova spedizione, guidata ancora da Stanley e comprendente più di 1500 persone tra portatori, servi e soldati, tentò per la prima volta la scalata del massiccio, ma non riuscì a spingersi oltre i 3200 m di quota.
Occupato com’era nel suo infelice tentativo di raggiungere la vetta, Stanley non fece sostanziali osservazioni sulla fauna e sulla flora, anche per via dell’assenza di botanici e zoologi tra i membri della spedizione. Un primo studio dettagliato venne compiuto successivamente da altri esploratori, come Stuhlmann e Elliot, ma soprattutto dai naturalisti belgi degli anni Trenta.
Le vette del Ruwenzori furono però raggiunte da una spedizione italiana, organizzata nel 1906 dal principe Luigi Amedeo di Savoia, il Duca degli Abruzzi. Si tratta di uno dei pochissimi contributi all’esplorazione geografica dell’Africa da parte di Italiani al di fuori delle loro ex colonie.
Durante questa spedizione, i cui meriti furono riconosciuti in tutto il mondo, le caratteristiche geografiche del massiccio furono descritte con grande precisione e fu inoltre confermata la natura non vulcanica del Ruwenzori. Il Duca degli Abruzzi diede alla cima più alta il nome Margherita in onore della regina d’Italia.


ATTIVITÀ PER LE COMPETENZE

1- Quali sono le caratteristiche geografiche dei monti Ruwenzori? 

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2- Qual'è il clima, la fauna e la vegetazione che caratterizza questi monti

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3- Quali storie ed esplorazioni si celano dietro i Monti della Luna?

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