Curcio Medie

Elemento chimico con simbolo S.

Lo zolfo, conosciuto fin dall’epoca preistorica, si trova in natura in Sicilia, nelle Marche, in Emilia Romagna e in America.
È largamente usato in agricoltura nei pesticidi, ma l’impiego più importante è nell’industria chimica per la produzione di composti come l’acido solforico, l’anidride solforosa e i solfiti.
Lo zolfo è lustro, resinoso e generalmente di colore giallo, ma può essere anche bruno, rossastro o grigio, da trasparente a traslucido. È solubile in solfuro di carbonio e, quando la soluzione è lasciata evaporare spontaneamente all’aria, il residuo di zolfo cristallizza.
Lo zolfo brucia producendo una fiamma violetta trasparente quando è portato alla temperatura di 250 °C in presenza di aria; in questo caso forma biossido di zolfo.
A caldo si combina con molti metalli; per esempio, quando si lega con limatura di ferro (v. acciaio e ferro), forma il solfuro ferroso. Il colore e la viscosità dello zolfo cambiano con il variare della temperatura: il massimo della viscosità si ha a circa 200 °C: a questa temperatura lo zolfo liquido è rosso scuro, mentre a temperatura inferiore è giallo pallido; a circa 300 °C lo zolfo imbrunisce fino a diventare quasi nero.
Lo zolfo si rinviene in natura allo stato nativo in molti residui vulcanici e sotto forma di sale in vari minerali.