Curcio Medie

La villa romana, che poteva distinguersi nelle tre tipologie di domus (casa), villa suburbana (casa fuori dalla città) e villa rustica (casa di campagna simile a un podere), era il fiore all’occhiello dell’edilizia privata dell’antica Roma, la cui massima fioritura si ebbe in epoca imperiale. Esempi straordinari di ville romane si conservano pressoché intatti soprattutto a Pompei (ad esempio, casa del Fauno o casa dei Vettii).

La villa romana di città, abitata dal ceto nobile (i plebei – v. patrizi e plebei – dimoravano nelle cosiddette insulae), era solitamente suddivisa nelle seguenti zone principali: vestibulum, l’ingresso; atrium, l’ambiente centrale dell’abitazione dal quale si accedeva alle altre stanze; cubiculum, la camera da letto; triclinium, la sala da pranzo in cui i padroni di casa e i loro ospiti potevano mangiare sdraiati su divani; tablinum, una sorta di studio del capofamiglia; lararium, zona adibita al culto religioso.