Curcio Medie

Regno costituito sul territorio italiano, il 18 marzo 1805, nel quadro della trasformazione imperiale della Francia napoleonica. Ne venne coronato re, il 26 maggio 1805, lo stesso Napoleone il quale, il 7 giugno, nominò viceré il figliastro Eugenio di Beauharnais. Sotto il profilo territoriale, si estendeva nell’Italia nord-orientale, mentre quella occidentale e tirrenica era direttamente legata alla Francia.
Sotto il profilo politico, restava formalmente in vigore la costituzione della repubblica, ma, in effetti, il potere regio non aveva freni, in quanto il corpo legislativo venne presto abolito, la censura non esercitò alcun efficace controllo e la personalità di Eugenio non fu certo tale da poter competere con quella di Napoleone. Riorganizzata e strumentalizzata la massoneria come associazione ufficiale, l’opposizione si espresse in società clandestine, via via rafforzatesi con l’indebolimento dell’impero napoleonico, e nate, in alcuni casi, per iniziativa del clero. Frequente fu anche l’ostilità delle masse contadine per via della coscrizione militare, del fiscalismo e per motivi religiosi.
La legislazione seguì da vicino quella francese, ma rappresentò un fattore di progresso e segnò un avviamento all’unificazione nazionale italiana; così, pure nel campo economico e in quello amministrativo, il bilancio storico del Regno d’Italia può, nel complesso, ritenersi positivo. Particolarmente curata era l’educazione militare e notevole la partecipazione alle campagne napoleoniche. Dopo l’abdicazione di Napoleone, Eugenio concluse, il 17 aprile 1814, una convenzione di armistizio con gli austriaci: tre giorni dopo, mentre la sorte del Regno d’Italia veniva rimessa alla decisione delle potenze, scoppiò a Milano una sommossa popolare contro il governo che portò, tra l’altro, all’eccidio del ministro Prina, dimostrando con ciò drammaticamente la pubblica avversione al tipo di stato sconfitto.