Curcio Medie

Termine generico con cui si indicano tutte le sostanze usate per combattere ogni genere di agenti biologici dannosi alle colture o veicoli di malattie per l’uomo e il bestiame (funghi, insetti, acari, roditori, piante infestanti).

Soprattutto dopo la seconda guerra mondiale i pesticidi naturali sono stati sostituiti da un vasto numero di composti organici di sintesi, impiegati in agricoltura in quantità sempre maggiori. Col tempo i vantaggi ottenuti con l’uso dei pesticidi si sono ridotti per la capacità manifestata dagli organismi «nemici» di sviluppare varietà resistenti alla loro azione biocida mentre, inversamente, sono cresciuti i danni provocati da essi alla salute umana e all’ambiente in cui vengono dispersi. L’azione distruttrice di molti pesticidi non si manifesta infatti solo sulle «specie bersaglio» dannose all’agricoltura ma si estende anche ad altri organismi, uomo incluso, con effetti tossici acuti o cronici e con l’insorgere di tumori, leucemie, deformazioni fetali e genetiche. Particolarmente dannosi sono taluni fungicidi, altamente tossici, gli insetticidi clororganici (come il Ddt, largamente usato in passato e oggi vietato nella maggior parte dei paesi avanzati, che lo esportano però nel Terzo Mondo) e molti diserbanti (come atrazina, simazina, molinate) dal riconosciuto potere cancerogeno e mutageno. Negli ultimi anni, anche per l’influenza di un ponderoso rapporto pubblicato alla fine degli anni Ottanta dal Consiglio nazionale delle ricerche degli Stati Uniti, organismi internazionali e governi hanno formulato e avviato programmi diretti a ridurre l’impiego di pesticidi, rivalorizzando per la difesa delle colture processi naturali e l’uso di tecnologie appropriate. Molti studi vengono anche portati avanti per produrre nuovi tipi di pesticidi capaci di agire in modo più selettivo. Oggi in vari paesi, tra cui il nostro, la diffusione di misure quali l’introduzione di varietà resistenti agli agenti nocivi, l’uso più parsimonioso e accurato dei pesticidi stessi, l’introduzione di pratiche di difesa biologica dei raccolti (usando organismi «buoni» contro quelli «cattivi»), il rilancio delle rotazioni delle colture hanno cominciato a far ridurre l’uso dei pesticidi. Tuttavia, il loro impiego resta eccessivo.