Curcio Medie

Complesso di strumenti non solisti.

Si hanno vari tipi di orchestra a seconda degli strumenti che la compongono: l’orchestra sinfonica comprende tutti gli strumenti e ha un organico di circa 90 esecutori; l’orchestra da camera ha un organico ridotto rispetto a quella sinfonica (circa 35 esecutori) e omette i fiati più potenti come timbro.

- L’orchestra d’archi è composta di soli strumenti ad arco. Nella pratica odierna anche gli organici tipo hanno subito numerose variazioni e si può dire che ogni composizione tenda ad avere un suo proprio organico particolare. L’orchestra del teatro dell’opera ha lo stesso organico di quella sinfonica, ma va rilevato che anche secondo le epoche gli organici sono assai diversi: l’orchestra sinfonica, così come è giunta ai nostri giorni, è nata nel XIX secolo da una naturale espansione dell’orchestra settecentesca che, sia per la destinazione delle musiche sia per uno sviluppo ancora incompleto di numerosi strumenti a fiato, non giunse mai a grandi organici. Le bande militari sono orchestre composte di soli strumenti a fiato e qualche tamburo.

Il nome «orchestra» risale alla Camerata fiorentina. Infatti, nel tentativo di risuscitare la tragedia greca, agli inizi del 1500, i musicisti che dettero vita a tale movimento adottarono numerosi termini greci; fu così denominato «orchestra» lo spazio destinato agli strumenti e successivamente, per traslato, il complesso stesso degli esecutori. Il primo compositore a usare una distribuzione per famiglie di strumenti fu Claudio Monteverdi, ma in realtà in quel periodo iniziale i musicisti annettevano scarsa importanza al timbro caratteristico degli strumenti, per cui venivano usati indifferentemente strumenti diversi purché avessero uguale estensione e a seconda che l’esecuzione avesse luogo al chiuso o all’aperto. Soltanto verso la metà del 1700 con la scuola di Mannheim (cui si deve la nascita della forma classica della sinfonia) si cominciò ad avere una definizione in senso moderno dell’orchestra.

Il XIX secolo portò a numerosi arricchimenti della massa orchestrale e alla definizione di una vera e propria sapienza nell’orchestrazione. Il primo musicista a occuparsi in modo organico di tale problema fu H. Berlioz, che ci ha lasciato un magistrale trattato. Come si è accennato, il 1900 è ricco di esempi in cui si abbandonano gli organici colossali del secolo precedente per impiegare organici tesi a ottenere effetti del tutto particolari (I. Stravinskij, A. Schönberg, E. Varèse, B. Bartok, P. Hindemith ecc.). Da un punto di vista numerico va segnalato che la massa degli archi è, nelle orchestre tradizionali, circa il doppio di quello degli altri strumenti.