Curcio Medie

Filosofo tedesco (Röcken 1844 - Weimar 1900).

Il pensiero di Nietzsche – basato sul presupposto che l’uomo si trova di fronte alla decadenza della cultura occidentale fondata sulla filosofia cristiana (v. cristianesimo) e sulla morale (v. etica) delle classi borghesi (v. borghesia) – può essere distinto in tre periodi.

Il primo coincide con i suoi studi di filologia classica e l’influsso della filosofia di Schopenhauer e della musica di Wagner. In quel periodo Nietzsche concepisce il fondamento essenziale del mondo come contraddizione originaria tra il dionisiaco (che rimanda all’elemento irrazionale che caratterizzava i riti della religione e delle festività greche) e l’apollineo (legato alla razionalità, all’armonia e alla misura); questa contraddizione si rivela soprattutto per mezzo dei «geni», sia nell’arte, sia, in particolare, nella tragedia greca. Secondo Nietzsche, l’inizio dell’oscuramento della visione tragica del mondo si riscontra già nella filosofia di Socrate, con cui il pensiero logico-razionale inizia a scuotere la sicurezza immediata della vita degli istinti e il diretto rapporto dell’uomo con il fondamento tragico del mondo. Le opere di questo periodo sono Nascita della tragedia (1872) e Considerazioni inattuali (1873-1876).

Il secondo periodo del pensiero di Nietzsche comincia dopo la rottura sia con Wagner (avvenuta nel 1878) sia con la filosofia di Schopenhauer. La psicologia diventa ora uno strumento distruttivo dello spirito libero, il quale crede di poter smascherare ogni metafisica, religione, morale e arte. Ogni «al di là» metafisico toglie l’uomo a se stesso, alla sua vita e al suo mondo dell’«al di qua». In sostanza, la metafisica cristiana e occidentale viene interpretata da Nietzsche come alienazione. Opere rappresentative di questo periodo sono Schopenhauer come educatore (1874), Richard Wagner a Bayreuth (1876) e, soprattutto, Umano, troppo umano (1878), in cui Nietzsche concepisce i valori che stanno alla base della cultura europea come destinati a morire.

Nella terza fase del pensiero nicciano, infine, il fondamento dionisiaco del mondo viene concepito come volontà di potenza; per affermare se stessa, la volontà di potenza deve produrre, nella forma della vita, la sua più alta manifestazione, che è il superuomo (o, più correttamente, l’«oltre-uomo», Uebermensch). Dopo la svalutazione di tutti i valori tradizionali, perciò, diventa necessario il rovesciamento dei valori stessi. Ciò che finora è stato considerato male, diventa il bene. La «morale degli schiavi» cristiana va sostituita con la «morale dei signori», fondata dai migliori della Terra, i quali anticipano la venuta del superuomo. La storia, inoltre, non scorre «eternamente» in se stessa e l’infinito futuro non deve già essere stato l’infinito passato (concetto centrale, e tuttavia enigmatico, dell’«eterno ritorno dell’uguale»). È convinzione profonda di Nietzsche, invece, che il concetto del rovesciamento di tutti i valori sia un’esatta anticipazione della storia: la storia contemporanea e futura è, secondo lui, la completa distruzione di tutto ciò che ha dato finora senso e fondamento alla vita; e questa distruzione non è che il destino occidentale del nichilismo (negazione sia della realtà, fisica e metafisica, di ogni forma di ordinamento dell’esistente sia della validità di ogni norma dell’agire). Le opere di quest’ultimo periodo, nel quale si manifesta la piena maturità del pensiero di Nietzsche, sono: Aurora (1881), in cui si inizia a «minare la nostra fiducia nella morale»; La gaia scienza (1882), in cui viene annunciata la «morte di Dio», vale a dire la fine della tradizione metafisica europea; Così parlò Zaratustra (1883-1885), centrata sul motivo del superuomo; Al di là del bene e del male (1886), sorta di rielaborazione teorica di quanto esposto in maniera metaforica nello Zaratustra; Genealogia della morale (1887), in cui si introduce il concetto di «morale dei signori»; Il crepuscolo degli idoli (1888), in cui si considera la moralità come un mero strumento di controllo e si definisce il cristianesimo come «una metafisica del boia»; L’anticristo (1888), studio critico sulla credenza cristiana; Ecce homo (1888), sorta di autobiografia intellettuale che si conclude con la domanda «Cristo o Dioniso?».

Pensatore radicale, provocatorio e anticonformista, Nietzsche era però destinato a diventare oggetto di interpretazioni poco rigorose, tese a fraintenderne l’insegnamento in un’ottica improntata a un irrazionalismo anticristiano, a una filosofia della vita razzista e a una teoria della potenza totalitaria. Prima responsabile di questo fraintendimento fu la sorella del grande filosofo, Therese Elisabeth Alexandra Förster-Nietzsche, che nel 1894 fondò il Nietzsche-Archiv, nel 1901 pubblicò postuma un’arbitraria raccolta di inediti del fratello (La volontà di potenza) e nel 1930 finì per aderire ufficialmente al nazionalsocialismo.