Curcio Medie

In senso stretto, è il genere letterario che comprende romanzo, novella e racconto, ma le teorie strutturaliste tendono a considerare narrativa tutte le opere in cui è rappresentato, raccontato, un fatto. 
Da questo punto di vista, la forma del racconto è comune sia alla narrativa letteraria sia alla narrativa orale (o naturale) e improvvisata. In entrambi i casi il racconto avrebbe una struttura relativamente costante:

1) prologo;
2) presentazione dei personaggi, degli ambienti, delle situazioni;
3) susseguirsi delle azioni che costituiscono la narrazione vera e propria;
4) valutazione, cioè una serie di commenti, ripetizioni, interiezioni;
5) conclusione.

Oggi con il termine «narrativa» ci si riferisce a testi in prosa e si presuppone che abbiano alcune specifiche caratteristiche relativamente ai rapporti tra emittente e ricevente, al passaggio dalla fabula all’intreccio (v. fabula e intreccio), alle modalità di rappresentazione dei tempi e degli spazi in cui si svolge la storia, alle modalità di presentazione dei personaggi, alle tecniche di narrazione e ai modi di espressione.
Il rapporto tra emittente (autore) e ricevente (lettore o ascoltatore) è condizionato da una sorta di convenzione per cui si dà per scontato che la storia narrata sia stata elaborata da qualcuno e sia rivolta o qualcun altro per vari scopi, dall’intrattenimento alla trasmissione di messaggi etici o filosofici. In base a ciò, è noto a tutti che la narrazione prevede un autore, un narratore, un lettore implicito e un lettore reale.
Il narratore è colui che racconta la storia. In narrativa la sua presenza si può sentire in diversa misura: ci sono opere in cui non fa sentire la sua voce (come nei romanzi di Salgari) e opere in cui è un personaggio del racconto stesso. Se il racconto è introdotto da un narratore esplicito può acquistare veridicità e può permettere all’autore di raccontare la storia da un punto di vista che non sarebbe il suo. Per esempio, sir Arthur Conan Doyle, l’autore dei romanzi di Sherlock Holmes, non può stupirsi del genio dell’investigatore (perché l’ha creato lui), ma facendo raccontare la storia da Watson può mettergli in bocca espressioni di meraviglia.
Il lettore implicito è il tipo di lettore che un’opera implica per poter essere compresa e gustata appieno; il lettore reale è l’insieme dei lettori che effettivamente leggono, hanno letto e leggeranno l’opera.

I diversi modi in cui si può costruire il tempo della narrazione riguardano sia l’ordine degli avvenimenti sia la loro durata (una sensazione di un attimo può essere descritta assai lentamente, mentre un lungo periodo può essere sintetizzato in una frase) e frequenza (un fatto ricorrente può essere citato una sola volta, un avvenimento isolato può essere raccontato più volte).
Inoltre, poiché ogni avvenimento si verifica in un certo luogo, la narrazione deve dare informazioni sugli spazi in cui si svolge la storia. La scelta dei luoghi dell’azione ha spesso valore comunicativo e simbolico, in quanto un determinato luogo può richiamare situazioni, sentimenti, modelli sociali.

Va infine sottolineato che una storia può essere narrata da diversi punti di vista: il narratore può essere onnisciente, oppure non sapere nulla più di quello che sanno i personaggi, oppure saperne meno dei personaggi.