Curcio Medie

Condottiero e legislatore ebraico.

Della tribù di Levi, il suo nome, di origine egizia, secondo lo storico Giuseppe Flavio significa, «salvato dalle acque». Durante la cattività del popolo ebraico in Egitto, Mosè fu salvato dalla persecuzione del faraone: nascosto in un canneto e salvato da una figlia del faraone stesso, crebbe a corte, pur mantenendosi in contatto con i suoi connazionali. Ucciso un funzionario egizio ed entrato in contrasto col faraone, si rifugiò fra i madianiti del Sinai, ed è qui che Dio gli rivelò il proprio nome e lo mandò come suo inviato tra il popolo ebraico per liberarlo dalla schiavitù e guidarlo verso la terra promessa. Un insieme di circostanze provvidenziali aiutarono Mosè ad assolvere il suo compito e a guidare gli ebrei oltre il Mar Rosso, che si aprì al loro passaggio per richiudersi sugli inseguitori. Morì non appena fu in vista della terra promessa.

Mosè è una figura molto complessa: potente e irrequieta, mansueta e nobile, fra il leggendario e il reale. È presentato come un uomo coraggioso, deciso a difendere i più deboli: affronta dapprima un sorvegliante egizio per salvare uno schiavo; dimostra un gran coraggio alla corte del faraone, sfidando apertamente il sovrano. Il profeta infonde coraggio agli israeliti durante il passaggio del Mar Rosso e durante la peregrinazione nel deserto, facendosi portavoce fra l’uomo e Dio, chiedendo a quest’ultimo il cibo e l’acqua per il suo popolo. È presentato dalla Bibbia come un condottiero esemplare, severo con il suo popolo, pronto a punire e a perdonare, una figura che rimase impressa nel cuore degli israeliti per il suo particolare carisma tanto che essi dopo secoli lo ricordavano ancora come un uomo di straordinarie capacità.

L’epoca in cui visse Mosè è discussa. Oggi prevale la tesi che essa sia il secolo XIII a.C.