Curcio Medie

In psicologia, indica tutto ciò che, in uno specifico momento, non è presente alla consapevolezza del soggetto. Per questa ragione spesso viene detto che tutto quello che non è cosciente giace nel preconscio (uno stadio meno profondo che può facilmente divenire cosciente) o nell’inconscio. Quando parliamo di una «certa cosa» abbiamo in mente solo quella data cosa, e non tutte le migliaia di altre cose che sappiamo: tutte queste sono collocate nel nostro inconscio. Il concetto di inconscio fu presente nella speculazione filosofica (v. filosofia) fin dal Settecento, ma fu solo con Sigmund Freud, ai primi del Novecento, che esso acquistò un rilievo particolare nell’interpretazione della struttura della psiche dell’uomo.

Per la psicoanalisi di Freud il termine ha un significato molto diverso da quello della psicologia generale. Nell’inconscio avrebbero sede tutti quei processi che agiscono efficacemente sulla condotta, ma senza raggiungere mai nel soggetto il livello di consapevolezza. Tali processi diverrebbero coscienti solo quando vengono rimosse le resistenze che impediscono al soggetto di accettarli: questo avviene solo durante il sonno, negli stati ipnotici o con l’aiuto di una terapia analitica.

È importante ricordare che l’inconscio, così come è definito e utilizzato dalla psicoanalisi, non viene accettato dalla psicologia sperimentale e scientifica. Per la psicologia, infatti, esso rappresenta solo un concetto ipotetico, non osservabile, le cui dinamiche e proprietà sono solo supposte e non sono mai state dimostrate con gli abituali metodi scientifici. Sull’argomento infatti non è possibile, per ragioni evidenti, fare ricerche che possano avere un reale valore scientifico. Tuttavia, indipendentemente dalla questione della verificabilità o meno dell’esistenza di una zona inconscia nella psiche dell’uomo, dal punto di vista terapeutico il concetto di inconscio costituisce il punto centrale di riferimento per la cura di numerose patologie di natura psicologica, come le nevrosi e le psicosi. Per quanto riguarda poi l’esistenza di motivazioni inconsce che stanno alla base di vari comportamenti, si può affermare che ben pochi studiosi oggi sarebbero in grado di negarla, soprattutto se si considera la manipolazione che talvolta se ne fa per indurre atteggiamenti e azioni predeterminati.