Curcio Medie

Nel senso più ampio, filosofia della pratica, che è indagine sul significato e sul fine dell’operare umano.

In ogni filosofia è contenuta implicitamente o esplicitamente un’etica, se è vero che la filosofia è ricerca del significato della realtà e, in primo luogo, dell’uomo e del suo agire. Infatti già agli albori del pensiero si trova una riflessione di tipo etico. Socrate, che mette l’uomo al centro della sua speculazione, identifica l’etica con la conoscenza: chi sa, afferma Socrate, non può non essere buono, chi sbaglia lo fa perché è ignorante.

Anche per Platone e Aristotele la conoscenza è la guida dell’agire umano, mentre per alcuni filosofi posteriori, tra i quali Epicuro, lo è il piacere (concezione edonistica). Il rigore costituisce invece l’essenza dell’etica cinica e di quella stoica, per le quali conta la virtù; il resto (onori, fama, ricchezza) non conta nulla. Analogo rigorismo è presente nell’etica dei filosofi (v. filosofia) cristiani (v. cristianesimo): il modello ideale non è più una verità astratta, né un modello puramente umano, ma Dio stesso il suo amore. La grande scoperta del cristianesimo è che il valore si acquista e si vive non afferrandolo e trattenendolo per sé, ma donandolo e ricevendolo; di conseguenza, la persona vive al suo livello autentico solo donandosi tutta a tutti. Così la perfezione diventa dialogo intimo con Dio e con tutte le persone.

Per Kant l’etica si fonda su un imperativo categorico e, come tale, incondizionato. Perciò l’agire morale è alle passioni che spingono l’uomo al piacere e all’utile immediato. Per Hegel la moralità puramente individuale è vuoto formalismo; l’individuo vive eticamente inserendosi negli organismi sociali, che sono l’incarnazione dello spirito assoluto: quello che conta è l’universale.

Nel pensiero moderno si è cercato di dare maggiore concretezza all’etica. Il marxismo la identifica con l’economia, il pragmatismo celebra l’agire concreto come centro di ogni attività; la cosiddetta «etica della situazione» considera insufficiente qualsiasi norma universale, perché ogni individuo è irripetibile e ogni volta deve agire in una situazione altrettanto irripetibile, mentre lo spiritualismo cerca di recuperare il nucleo della morale cristiana (v. cristianesimo).