Curcio Medie

Scomparsa di specie animali e vegetali in periodi storici o preistorici in cui gli organismi non sono riusciti a trovare una strategia adattativa (v. adattamento) di sopravvivenza, perché si manifestano degli impatti ambientali devastanti di varia natura. Negli ultimi 700 milioni di anni si sono verificate delle estinzioni in massa che hanno colpito tutti i tipi di organismi terrestri e marini: dalle alghe ai grandi rettili (dinosauri) e cetacei. Il periodo maggiormente critico si verificò alla fine del cretaceo (65 milioni di anni fa), quando si estinse la maggior parte delle specie marine in concomitanza alla scomparsa dei dinosauri. In questi periodi di grande stravolgimento climatico (v. clima) le estinzioni rappresentano un evento drammatico di massa, e i gruppi di animali e piante che sopravvivono subiscono dei cambiamenti evolutivi che portano alla formazione di nuove specie.

Sebbene gli eventi naturali catastrofici, come eruzioni vulcaniche (v. vulcano), terremoti, glaciazioni ecc., abbiano un impatto importante per quanto riguarda le estinzioni, il ruolo dell’uomo nelle estinzioni animali ha iniziato ad essere determinante fin dal quaternario, quando la sua trasformazione in predatore dominante e l’introduzione degli animali domestici ebbero un fortissimo influsso ecologico (v. ecologia).

In epoca recente, dopo la rivoluzione industriale, la continua distruzione degli habitat legata all’attività di predatore dell’uomo, connessa con l’inquinamento e lo sfruttamento incontrollato delle risorse naturali, ha portato e sta portando all’estinzione di migliaia di specie, con la conseguente drastica riduzione della biodiversità. La diminuzione della biodiversità, a sua volta, conduce all’omogeneità del patrimonio genetico e a una conseguente riduzione delle capacità adattative degli ecosistemi (regressione).

Oggi, l’uomo è certamente la prima causa di estinzione e, se le estinzioni continueranno in maniera indiscriminata, la qualità della nostra stessa vita sarà compromessa pesantemente.