Curcio Medie

Il termine deriva dal latino chronica, a sua volta modellato sul greco cronikós (che riguarda il tempo). Si tratta infatti di una narrazione di fatti umani, o riguardanti l’umanità, secondo un criterio temporale e senza indagine sui motivi ideali dei fatti stessi o sui nessi tra cause ed effetti.

La cronaca come documentazione semplice del fatto, in forma acritica, era diffusa anche nel medioevo secondo un modulo annalistico per cui lo sviluppo della storia si faceva cominciare dall’origine della specie umana. Nei secoli XIII e XIV la narrazione fu collegata a interessi economici e politici propri dei comuni italiani (Dino Compagni e Giovanni Villani) e successivamente fu posta in relazione con grandi idee secondo cui si giudicava lo sviluppo della civiltà avvicinandosi sempre più alla storiografia.

In ambito giornalistico (v. giornale), è detta «cronaca» la registrazione quotidiana o periodica di eventi locali, nazionali e mondiali nei vari campi di attività di natura estetica, politica, giudiziaria, mondana; usualmente è accompagnata da sintetici giudizi.

In particolare, si distinguono i seguenti tipi di cronaca:

- cronaca bianca, relativa agli avvenimenti quotidiani di una realtà locale;

- cronaca nera, relativa ai crimini (dai furti, alle azioni della criminalità organizzata);

- cronaca rosa, incentrata su personaggi dello spettacolo, dello sport e del jet set;

- cronaca politica, sulle attività del parlamento e del governo;

- cronaca internazionale (o esteri), su fatti rilevanti avvenuti all’estero;

- cronaca scientifica, relativa a importanti scoperte e innovazioni scientifiche;

- cronaca sportiva, sugli eventi sportivi e i loro risultati;

- cronaca economica e finanziaria, incentrata sull’andamento delle borse, le decisioni di politica economica, i comportamenti delle grandi imprese.