Curcio Medie

Scienza che studia la struttura dei composti chimici (v. chimica) che costituiscono gli organismi viventi e le reazioni su cui i processi vitali si basano. Sono pochi gli elementi chimici coinvolti nell’edificazione delle molecole di interesse biologico (in particolare carbonio, azoto, ossigeno e idrogeno), organizzati in strutture molecolari (v. molecola) di complessità crescente (proteine, zuccheri, grassi, acidi nucleici ecc.).

A Paracelso (1493-1541) si deve la formulazione di una prima teoria della biochimica, che si impose sulle molte interpretazioni fantastiche che nell’ambiente scientifico di quei tempi si davano ai processi vitali. Paracelso, infatti, descrisse l’organismo come costituito da sostanze chimiche in equilibrio tra loro.

Soltanto nel XVIII secolo, tuttavia, furono stabilite le prime nozioni scientifiche che fornirono le basi per le moderne concezioni biochimiche.

Nel 1700 Antoine Lavoisier e Joseph Priestley riconobbero nel fenomeno della respirazione le caratteristiche di una combustione, concetto che Lazzaro Spallanzani estese dall’organismo nella sua globalità ai tessuti e alle singole cellule.

Nel 1826 Hünefeld coniò il termine «chimica biologica» con riferimento a quel ramo della scienza che andava così rapidamente sviluppandosi, di pari passo con il progredire delle conoscenze nella chimica generale e organica, fino a raggiungere, al principio del XX secolo, le posizioni avanzate della biochimica, assunta infine come scienza a sé stante. Attualmente pressoché tutte le ricerche di biologia, embriologia e microbiologia affondano le radici nella biochimica e gli studi sono diretti alla continua individuazione di nuove sostanze di rilevanza biologica (nucleoproteine, vitamine, ormoni, enzimi ecc.) e alla conoscenza delle reazioni nelle quali tali sostanze sono implicate, nonché di tutti i prodotti intermedi del loro metabolismo. Queste ricerche, che trovano fondamentali applicazioni pratiche in medicina, hanno rappresentato una vera conquista per il progresso dell’umanità.