Curcio Medie

Si definisce con tale termine il movimento artistico sorto nel XX secolo relativo a opere di pittura, scultura e arti grafiche che, non conservando più alcun ricordo della realtà naturale, mirano a essere pure composizioni di forme e di colori. Tuttavia, contrariamente ad altri movimenti dell’arte contemporanea, l’astrattismo non rappresenta una corrente unitaria, ma un orientamento che è divenuto sempre più generale a partire dagli inizi dello scorso secolo. Sono stati gli sviluppi della pittura, in particolare di quella francese tra la fine del XIX secolo e i primi anni del Novecento, a condurre inevitabilmente al rifiuto del soggetto, inteso in senso tradizionale come paesaggio, ritratto o natura morta; e poiché il valore artistico era ormai visto non più nel soggetto, bensì negli stessi mezzi dell’espressione pittorica e plastica, cioè nella forma e nel colore, sembrò logico sopprimere, in maniera definitiva, ogni rapporto narrativo o descrittivo con la realtà. A tale conclusione, che doveva rivoluzionare il corso di tutta l’arte successiva, giunsero quasi contemporaneamente, negli anni tra il 1910 e il 1915, alcuni tra i pittori che oggi vengono considerati i creatori dell’astrattismo: Vasilij Kandinskij a Monaco e a Mosca, Frantisek Kupka e Robert Delaunay a Parigi, Kazimir Malevic a Mosca, Alberto Magnelli a Firenze, Piet Mondrian ad Amsterdam. Alla nuova idea di figurazione, che intendeva sostituire alla diretta imitazione della natura la libera espressione del mondo interiore e fantastico dell’artista, si giunse per gradi attraverso le esperienze, che non erano ancora ricerche programmatiche, di alcuni pittori dell’Ottocento come, ad esempio, Turner e, soprattutto, i tardoimpressionisti come Seurat e Monet, autore quest’ultimo di opere significative come le Ninfee o il Campo dei papaveri; peraltro anche l’Art nouveau, e Klimt in particolare, andavano sviluppando composizioni basate su ricerche ornamentali di colori e di forme geometriche pure. Con il sorgere del XX secolo si può dire che tutti i più importanti movimenti d’avanguardia concorrano, più o meno direttamente, alla formazione dell’astrattismo: elementi astratti sono, infatti, presenti nel cubismo, nel fauvismo, nell’espressionismo di Franz Marc e August Macke, nel futurismo di Balla e Severini, nei collages dadaisti di Arp, nel surrealismo di Miró. È chiaro, dunque, che l’assoluta libertà di espressione conduceva a tante differenti forme di astrattismo, quante erano le singole personalità degli artisti; tuttavia, nell’ambito delle diverse posizioni, si possono distinguere due opposte tendenze, tuttora valide per definire stilisticamente un’opera d’astrattismo, che fanno capo rispettivamente a Kandinskij e a Mondrian: da una parte un astrattismo dinamico, istintivo, all’apparenza disordinato e convulso, che trova i suoi precedenti nell’espressionismo; dall’altra un astrattismo rigoroso, razionale ed equilibrato che, nell’uso ripetuto di forme geometriche pure, risale ai principi del cubismo. Questa seconda tendenza, che Mondrian chiamò «neoplasticismo» e che trovò diffusione negli anni 1917-1930 attraverso la rivista olandese «De Stijl», ebbe enorme importanza anche per lo sviluppo dell’architettura contemporanea e del disegno industriale. L’astrattismo cominciò a ottenere i primi riconoscimenti ufficiali intorno al 1930, con l’uscita di riviste specializzate e l’allestimento di mostre, come quelle del gruppo Abstraction-Creation tenute annualmente a Parigi dal 1932 al 1936. Gli Stati Uniti contribuirono alla divulgazione dell’astrattismo con la creazione di grandi collezioni private e di musei: la collezione A.E. Gallatin, il Museum of Non-Objective Painting (oggi Guggenheim) e infine il Museum of Modern Art, fondato a New York nel 1939, che è oggi il più importante al mondo. Nel secondo dopoguerra l’astrattismo si è venuto sempre più affermando come stile internazionale. Numerosi artisti figurativi sono passati all’astrazione mentre, specialmente in pittura, si è andata riaccentuando la divisione tra le due tendenze: quella espressionistica, da cui sono nate l’Art Brut e l’informale, rappresentata da Pollock, Kline, De Kooning, Wols, Soulages, Mathieu, Vedova ecc.; e quella geometrica, rappresentata da personalità non meno importanti tra cui Nicholson, Vasarely, Poliakoff, Manessier, Prampolini e molti altri.