Curcio Medie

Si racconta che a fornire a Johann Gutenberg l’occasione per applicare la sua arte di orafo alla punzonatura  dei caratteri mobili sia stato un suo amico sacrestano della cattedrale di Haarlem, in Olanda. Questi aveva avvolto in una pergamena alcuni pezzi di salice su cui erano incisi il suo nome e quello della fidanzata e sembra che il giorno avesse riscontrato che sulla pergamena erano perfettamente riprodotti i due nomi a causa dell’azione del liquido del legno. Di questa scoperta egli rese partecipe proprio Johann Gutenberg.

Ritratto di Gutenberg

L’impegno costante al quale Gutenberg si dedicò trovava nella società del Quattrocento una condizione propizia per la grande richiesta di libri che gli amanuensi non riuscivano a soddisfare. Inoltre contribuirono al successo della stampa il ribasso del prezzo della carta, proveniente dalla Cina, che poteva sostituire vantaggiosamente la costosa pergamena, e la messa a punto del torchio per il vino, il cui meccanismo fu utilizzato per pressare i fogli contro la matrice.
Queste circostanze favorevoli, tuttavia, non riuscirono a vincere subito le resistenze e i pregiudizi di natura culturale.
Nel Cinquecento gli stampatori erano ancora considerati diabolici, talvolta perfino eretici, e il libro scritto a mano conservava un pregio e un prestigio tali che Federico da Montefeltro si gloriava di «averne tutti iscritti a penna e non ce n’è ognuno a stampa, che se ne sarebbe vergognato».
Singolare destino, quello del libro: proprio per essere il più importante mezzo di divulgazione delle idee e strumento indispensabile per la conservazione del patrimonio culturale dell’umanità, è stato anche oggetto delle più accanite distruzioni.
In tempi lontani Shin Huang Ti, dopo aver edificato in Cina la Grande Muraglia di 6000 chilometri, fece bruciare tutti i libri esistenti per decretare che la storia cominciava da quel momento; e Giulio Cesare non indugiò a incendiare, insieme alla flotta egizia, i 300.000 volumi della famosa biblioteca di Alessandria d’Egitto. In tempi recenti tutti i dittatori si sono accaniti e si accaniscono contro i libri, lasciando circolare solo quelli che diffondono le loro idee.

La tecnica
Il punto di partenza per ottenere un numero illimitato di copie è la preparazione di una matrice, cioè di un originale. Per i precedenti storici, che si registrano nell’antichissima civiltà cinese e che furono importati in Europa intorno al Trecento, si può ben dire che Gutenberg non è da considerare in senso stretto l’inventore della stampa, ma il geniale ideatore del sistema che per la prima volta permetteva di usare i caratteri, cioè le lettere, per la compilazione del testo, con la possibilità di recupero per le successive utilizzazioni.
Per questo motivo si chiamano caratteri mobili e sono realizzati in metallo, mentre i precedenti erano in legno (sistema xilografico) e costituivano blocchi incisi di intere parole e frasi, come se fossero timbri.
Dall’epoca di Gutenberg a oggi i sistemi di stampa si sono ovviamente arricchiti di nuove tecnologie, che riguardano in maniera differenziata:

- la composizione del testo, che può essere in rilievo (caratteri tipografici) o in piano (fotocomposizione);
- la stampa, che può essere effettuata con forme in rilievo (tipografia), forme in piano (litografia e offset), rotocalco (forme incavate), serigrafia.

La composizione tipografica
A parte l’uso del legno, che è un genere limitato a casi particolari, i caratteri, detti anche «tipografici», sono stati costruiti in lega di metallo (antimonio, piombo, stagno), mentre nei moderni procedimenti di fotocomposizione sono realizzati su dischi portamatrici a partire dai quali ciascun segno viene riprodotto fotograficamente.
La varietà dei caratteri tipografici consente di avere tipi diversi (caratteri romani, gotici, egiziani, elzeviri, bastoni), forme diverse (corsivo, neretto, tondo), corpi diversi (il corpo è la grandezza del carattere, la cui unità di misura è il punto Didot, che corrisponde a 0,376 mm, e può variare da 4 a 144 punti).
Per quanto riguarda la composizione a mano, oggi riservata a lavori particolari, i caratteri sono prelevati dagli scompartimenti di una cassa e disposti sul compositoio per formare le righe di parole; le righe poi sono poste sul vantaggio, un piano metallico sul quale sono tenute ferme dai morsetti.

La composizione meccanica
Come in tutti i settori produttivi, la meccanizzazione ha preso il sopravvento anche in tipografia, per le esigenze di produzione e rapidità. Le prime macchine, agli inizi del Novecento, facevano scivolare i caratteri sul compositoio evitando il prelievo manuale.
Ma ad intervenire in modo significativo sulla velocità di composizione del testo, rispetto alla composizione manuale, è stata la Linotype, una macchina affascinante utilizzata fino ai primi anni Ottanta. Il principio di funzionamento della Linotype è il seguente: il testo viene battuto sulla tastiera di una macchina da scrivere, che è collegata ad un serbatoio di caratteri di metallo in negativo (incavati), che scivolano in sequenza per formare intere righe di testo; queste vengono sospinte in camera di fusione (temperatura di circa 290° C) per accogliere nei loro vuoti il metallo fuso; si forma così la riga in rilievo pronta per essere impaginata, mentre i caratteri incavati tornano nel serbatoio, ciascuno nel suo scompartimento.

La Linotype quindi provvedeva alla composizione e produceva, attraverso la fusione, le righe da stampare. Con essa si potevano raggiungere 6000-9000 caratteri all’ora, da confrontare con i circa 1000 della composizione a mano. Aggiungendo alla macchina un sistema automatico a schede perforate, si portò la produzione addirittura a 25.000 caratteri all’ora.
Ad essa si affiancò la Monotype, in cui la tastiera produceva schede perforate, i caratteri venivano fusi singolarmente e non in righe intere e le schede stesse potevano essere riutilizzate per eventuali ristampe.

La composizione in piano
L’applicazione delle tecniche fotografiche alla composizione ha fatto nascere la fotocomposizione, che ha eliminato dal procedimento le fasi di fusione dei metalli, proprie della Linotype e della Monotype.
I primi modelli di macchine fotocompositrici, attraverso la tastiera, prelevano da un magazzino i caratteri, non più in metallo ma in negativo su pellicola; successivamente un fascio di luce, attraversando la pellicola, produce su un’altra pellicola il carattere positivo; spaziature e allineamenti sono automatici. Il sistema è chiamato «composizione ottico-meccanica» e può raggiungere la velocità di circa 500 caratteri al secondo.
Il moderno sistema a raggio laser non ha più bisogno di una matrice, poiché è il raggio stesso a produrre i caratteri sulla pellicola o sulla lastra alla velocità di 50.000 caratteri al secondo.

Dalla composizione alla stampa
Andiamo ora a scoprire le diverse tipologia di stampa a cui possiamo ricorrere.

La stampa tipografica
La forma tipografica, una volta composta, ha l’aspetto di una superficie metallica, in rilievo per i caratteri e piana per le spaziature e gli intervalli.
Dopo il passaggio di un rullo inchiostrato, il testo è pronto a essere trasferito sul foglio di carta mediante pressione. Dopo il primo sistema a torchio, che aveva una grande lentezza di esecuzione (un foglio per volta), era sembrata una brillante soluzione l’introduzione del cilindro rotante, che ospitava il foglio di carta mentre la matrice metallica restava in piano. Bisognerà invece attendere la costruzione delle macchine rotative per avere un vero e proprio balzo in avanti nella rapidità di stampa.
Nelle rotative, infatti, anche la forma tipografica è realizzata curva, in modo da aderire alla superficie del cilindro. In questo modo la carta non è più in fogli ma in grandi rotoli, e il procedimento di stampa non conosce interruzioni; la forma tipografica curva prende il nome di «stereotipia».
La qualità della stampa tipografica è di ottimo livello, per cui viene riservata a edizioni di maggiore pregio.

La litografia e l’offset
La litografia (scrittura su pietra) è una tecnica antica, riservata in particolare ai disegni; si serve di una pietra calcarea sulla quale un particolare acido erode le parti non disegnate, mentre lascia inalterati, quindi in rilievo, i tratti del disegno.
Altro sistema è quello di disegnare con matite grasse su pietra porosa e imbevuta d’acqua: l’inchiostro del rullo si deposita solo sulle parti ingrassate, permettendone la riproduzione successiva su carta. La pietra è stata sostituita ormai da altri materiali, quali lastre di zinco e di alluminio, rivestite di sostanze sensibili alla luce; il procedimento pertanto è di tipo fotografico.
L’offset (rilascio) costituisce il sistema di stampa più diffuso. Sfrutta lo stesso principio della litografia, ma una volta che la matrice è inserita nel sistema delle rotative, il testo è trasferito su una nuova matrice di gomma, che lo riporta sul cilindro della carta. Con questo doppio passaggio si ha un’immagine migliore e più nitida sulla carta. I testi destinati all’offset sono in genere forniti su un supporto digitale da cui è possibile realizzare la pellicola per incidere le lastre oppure direttamente le lastre, di solito in alluminio. Con l’introduzione della stampa digitale però il processo si è abbreviato e le pellicole non servono praticamente più: montaggio e incisione delle lastre avvengono attraverso il collegamento ad un computer.

Il rotocalco
Il termine rotocalco è molto conosciuto e si riferisce alla stampa (settimanali, mensili) generalmente ricca di immagini. La qualità della riproduzione non è molto raffinata e certamente non si userebbe il rotocalco per la fedele riproduzione di opere d’arte.
La matrice si presenta incavata per effetto dell’incisione, in modo che l’inchiostro trasmesso dal rullo vi resti all’interno, dopo essere stato asportato dal resto della superficie. Il testo si trasferisce sulla carta perché questa, una volta compressa contro la matrice, assorbe l’inchiostro.

La serigrafia
Probabilmente, mentre leggete queste pagine, indossate una maglietta o una camicia con colori, disegni e scritte. Il sistema per ottenere questo tipo di stampa è la serigrafia (scrittura su seta), che viene utilizzata anche per realizzare manifesti, copertine, etichette ecc.
L’attrezzatura più semplice per fare una serigrafia è costituita da un telaio di legno al quale viene fissata una stoffa di seta o un tessuto sintetico equivalente.
In ambiente protetto dalla luce, mediante una speciale spatola, si stende sulla stoffa uno strato di gelatina che contiene sostanze sensibili alla luce e, una volta esposta all’azione di una lampada molto potente, si solidifica e diventa insolubile. Quando sulla gelatina si appoggia l’originale da riprodurre realizzato su acetato trasparente e si accende la luce, le parti coperte dalle scritte e dai disegni non subiscono l’indurimento e vengono pertanto eliminate mediante un getto d’acqua: si otterrà in pratica una matrice in negativo rispetto all’originale. Quando si è poggiato il telaio (contenente la matrice) sulla superficie su cui trasferire il disegno (carta, stoffa, legno, metallo, vetro, plastica), si può versare l’inchiostro serigrafico e spalmarlo con una spatola (racla). L’inchiostro attraverserà la trama del tessuto nelle parti libere dalla gelatina, permettendo di ottenere il positivo. L’intera operazione può essere ripetuta per tutti i colori desiderati.

La stampa digitale
Per tutto il Novecento si assiste ad un rapido processo di trasformazione della stampa, ma è soprattutto negli ultimi anni del secolo che l’introduzione dei sistemi digitali rivoluziona l’industria delle arti grafiche. Quei passaggi che normalmente venivano fatti in tipografia, come l’impaginazione, il montaggio, il controllo del colore, possono essere velocizzati utilizzando un computer. Le principali tecniche innovative sono state la flessografia, il getto d’inchiostro e il laser.
Nella flessografia si utilizza una lastra in materiale plastico su cui il testo viene inciso in rilievo tramite processi fotochimici. Inizialmente se ne sono servite le industrie per stampare imballaggi alimentari, mentre oggi è talvolta impiegata anche per i quotidiani.
Le tecnologie laser e a getto d’inchiostro sfruttano il collegamento diretto tra computer e supporto cartaceo, si elimina quindi l’applicazione della lastra e le pagine possono essere modificate in maniera più semplice. Il funzionamento si basa su una testina che, scorrendo sul foglio di carta, imprime una serie di punti che costituiranno le parole o i disegni. Gli usi più diffusi riguardano la stampa di bollette, fatture, manifesti pubblicitari e striscioni.

 

GLOSSARIO

Fotochimico. Riferito al processo di modificazione chimica accompagnata da emissione o assorbimento di luce.

Laser. Sigla che, tradotta dall’inglese, sta per amplificazione della luce mediante emissione stimolata di radiazioni.

Matrice. Forma metallica incavata da cui si ottiene una forma in rilievo.

Punzonatura. Incisione di un carattere mediante il punzone, un blocchetto di acciaio duro con un’estremità profilata a lettera.

 

ATTIVITÀ PER LE COMPETENZE

1- È corretto affermare che Gutenberg è stato l’inventore della stampa?

________________________________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________________________________

2- Quali sono i due principali aspetti della tecnica di stampa?

________________________________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________________________________

3- Come ha influito la Linotype sulla velocità del processo di stampa?

________________________________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________________________________

4- In cosa consiste la fotocomposizione?

________________________________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________________________________

5- Quali sono le principali tecniche di stampa moderne? Descrivile in breve.

________________________________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________________________________