Curcio Medie

Hitler, Adolf(Braunau, Alta Austria, 1889 - Berlino 1945).Uomo politico tedesco.
Nato in un villaggio sull'Inn, al confine tra Austria e Baviera, figlio di un doganiere, abbandonò, alla morte del padre (1905), gli studi tecnici ai quali era stato avviato e si trasferì prima a Spittal, poi a Vienna, tentando, ma invano, di entrare nell'accademia di Belle Arti e vivendo della vendita, per le strade, dei suoi quadri. È in quegli anni che si venne sviluppando in lui l’interesse per la politica e, insieme, un sordo rancore e desiderio di rivincita contro la società che lo costringeva a vivere ai suoi margini: di qui, probabilmente, e dalle intense e disordinate letture di quegli anni, le sue idee antiumanitarie, antisemite, il disprezzo nietzschiano per «l'armento democratico», l'esaltazione per le qualità del superuomo e per gli istinti di dominio; e di qui, anche, la sua oratoria torrenziale, a sfondo nevropatico, basata su fattori emotivi e sul disprezzo degli argomenti razionali.
Anche a Monaco, dove si trasferì nel 1913, continuò la sua vita di artistoide senza successo, finché si arruolò volontario in guerra, fu caporale, due volte ferito, e due volte decorato. La sconfitta della Germania venne a esacerbare il suo nazionalismo e il suo antisocialismo: nel 1919 entrò nel Partito tedesco dei lavoratori (Deutsche Arbeiterpartei), trasformato nel 1920 in Partito nazional-socialista tedesco dei lavoratori (National-sozialistische Deutsche Arbeiterpartei), del quale nel 1921 divenne il capo.
Già nel 1921 aveva organizzato, con il maggiore E. Röhm, quei gruppi di SA (Sturm-Abteilungen «sezioni d'assalto») composte in gran parte di reduci, autori di spedizioni punitive contro comunisti e socialdemocratici e di violenta propaganda contro le «debolezze» del governo tedesco e il trattato di Versailles. L'inflazione gravissima e l'incertezza politica della repubblica di Weimar, persuasero H., intorno a cui si erano venuti raccogliendo intanto elementi destinati a occupare poi posizioni di primo piano nel partito e nel governo come l'aviatore Hermann Goering, Rudolf Hess, il giornalista J. Goebbels e il teorico del movimento, Alfred Rosenberg, a tentare, nel 1923, di impadronirsi con un colpo di mano, del governo della Baviera: ma il putsch fallì e H., arrestato, scrisse in carcere il Mein Kampf (1a parte, 1925; 2a parte, 1927), un libro in cui esponeva le sue idee e che doveva diventare la Bibbia del nazionalsocialismo. Nel 1924, uscito di prigione per amnistia, ricostituì il partito organizzandolo militarmente con le SA e le SS (Schutz-Staffel «sezione di sicurezza»).
Il suo programma era basato sulla necessità della espansione a Oriente del popolo tedesco, della lotta contro gli Ebrei e il marxismo, di un'organizzazione corporativa dei lavoratori che avrebbe permesso di abolire la lotta di classe e di rivolgere tutte le energie popolari alla grandezza del Reich germanico. Favorito dalla situazione politica e sociale, e valendosi spregiudicatamente di tutti i mezzi della tecnica moderna, il movimento riuscì a guadagnare un seguito sempre più numeroso soprattutto tra la piccola e media borghesia urbana; nel 1930 H. si liberava degli elementi socialistoidi e, facendosi finanziare dai gruppi del grande capitale, riusciva a ottenere nelle elezioni sei milioni e mezzo di voti. Approfittando, in seguito, del favore del presidente Hindenburg e degli elementi militari e, soprattutto, dello stato d'animo di depressione in cui si trovava gran parte della popolazione tedesca, che vedeva ormai in lui il salvatore capace di risolvere la drammatica situazione sociale e economica, H. nel gennaio del 1933 venne nominato cancelliere. Morto Hindenburg nel 1934, H. si fece conferire, per plebiscito, anche la carica di presidente e fu da allora ufficialmente chiamato Führer und Reichskanzler. Stroncata ogni resistenza all'interno del partito con l'eliminazione di Röhm e dei suoi seguaci nel 1934, concentrati tutti i poteri nelle sue mani, valendosi senza alcuna riserva di ogni sorta di violenze e delle sue qualità demagogiche e trascinatrici, si volse, all’interno, alla ricostruzione dell'esercito e all'eliminazione degli Ebrei e dei partiti di sinistra: la sua azione politica si confonde, nel periodo che va dal 1935 alla fine della seconda guerra mondiale, con la storia stessa della Germania.
Le tappe principali di questa azione rivolta a cancellare le conseguenze della pace di Versailles sono la rimilitarizzazione della Renania (1936), l'alleanza con l'Italia fascista attraverso quello che fu chiamato l'Asse Berlino-Roma (1937), la conquista armata dell'Austria (1938), l'annessione della zona dei Sudeti, appartenente alla Cecoslovacchia, grazie ai patti di Monaco (1938) e la successiva conquista di tutta la Cecoslovacchia, trasformata in protettorato germanico (1939); la questione di Danzica provocò infine l'urto con la Polonia, scintilla che nel settembre del 1939 doveva far divampare la seconda guerra mondiale, i cui inizi videro i travolgenti successi delle armate naziste in Francia, Norvegia, Balcania; ma, in uno stadio successivo, per la resistenza dell'Inghilterra, l'intervento degli USA e la decisione di dichiarar guerra all'URSS (1941), la situazione si venne lentamente ma inesorabilmente modificando a sfavore della Germania (sconfitte di el-‘Alamein e di Stalingrado, gennaio 1943). Il malcontento di buona parte dell'esercito si concretizzò, allora, in tentativi, falliti, di uccidere H. (attentato del 13 marzo 1943, compiuto da F. von Schlabrendorff; attentato del 20 lu. 1944, che determinò l'eccidio dei suoi promotori: C. Stauffenberg, H. Canaris, Witzleben, L. Beck E. Hoeppner, F. D. von Schulenburg). La Germania, attaccata a est dai Sovietici e a ovest dagli Alleati, vide cadere nelle mani dei Sovietici la stessa Berlino dove, in un bunker corazzato della cancelleria, insieme con l'amante Eva Braun, sposata in punto di morte, H. si uccise il 30 aprile 1945, qualche giorno prima della capitolazione del Reich.