Curcio Medie

 

Il Panda maggiore (Ailuropoda melanoleuca), è un animale molto raro, l’unica specie sopravvissuta di una sottofamiglia di ursidi, particolarmente specializzata, quella degli Ailuropodini; ma la sua classificazione sistematica è stata a lungo oggetto di accese dispute accademiche dal momento che il Panda maggiore condivide alcuni caratteri con i veri orsi, ma presenta anche somiglianze con i procionidi (famiglia in cui si colloca peraltro il Panda minore, Ailurus fulgens). L’uso di moderne tecniche di biologia molecolare, attraverso una valutazione diretta delle somiglianze genetiche, ha finalmente consentito, nel 1987, di collocare definitivamente il Panda maggiore tra gli Ursidi.

Il Panda maggiore conduce vita solitaria nelle foreste di un’area oggi molto ristretta della Cina, (nelle province dello Szechuan,  Kansu, Shensi) e del Tibet ; vive abitualmente nelle parti più alte di queste zone montuose eternamente avvolte dalle nuvole, tra i 2700 e i 3600 m, ma durante l’inverno può scendere a quote minori; un tempo era distribuito su un’area molto più estesa, ma i cambiamenti climatici, la scarsità di cibo e forse anche la caccia indiscriminata ne determinarono, già migliaia di anni fa, una lenta ma costante riduzione numerica, con il rischio di una vera e propria estinzione. 
Anche per questo il Panda è diventato il simbolo vivente del WWF (Worldwide Fund for Nature) la più importante organizzazione ambientalista internazionale, il cui compito è appunto quello di monitorare l’ambiente e realizzare progetti per la protezione e la conservazione della natura.

Il Panda maggiore raggiunge una lunghezza totale considerevole (150 cm) e un peso elevato (125 kg). Ha un aspetto un po’ goffo e pesante, dovuto anche alle corte  zampe, rivestite di pelo anche inferiormente ; le zampe sono rivolte verso l’interno,  il che gli conferisce un’andatura apparentemente impacciata ; la testa, anch’essa grande, sembra ancora più massiccia per il particolare sviluppo dei muscoli masseteri ( per la masticazione) e per la presenza di folte basette sporgenti sotto le orecchie. Il mantello, folto e ispido, è ornato da un caratteristico disegno contrastato di bianco e nero che, soprattutto nella zona intorno agli  occhi, gli conferisce quel caratteristico sguardo tenero e malinconico. Il Panda maggiore (nonostante sia classificato nell’ordine dei carnivori) si nutre quasi esclusivamente di germogli di bambù, di cui è ghiottissimo, che riesce a schiacciare con i forti movimenti della mandibola e grazie anche ai denti molari, larghi e ben sviluppati.

Data la mole possente, il Panda maggiore consuma ogni giorno quantità elevatissime (circa 15-20 kg) di germogli di bambù; per cercarli i Panda scendono dalle scoscese pendici montuose più difficilmente accessibili verso quote meno elevate, dove il clima più mite permette lo sviluppo di una vegetazione di bambù più rigogliosa; raccolgono i germogli con le zampe anteriori, usate come «mani prensili» grazie alla presenza di un falso pollice, un dito in più che negli altri carnivori è invece una piccola parte del polso; poi, in solitudine, trascorrono 10-12 ore della loro giornata seduti a masticare il bambù.

Negli anni ’70 un’improvvisa moria di bambù causò la morte per inedia di un centinaio di animali. Proprio per salvaguardarne la specie, in quegli anni alcuni Panda sono stati catturati  trasportati in diversi zoo dove negli anni successivi si è tentato di fornire, con metodi di fecondazione artificiale, un’ulteriore possibilità di sopravvivenza a queste creature. La felice nascita di alcuni cuccioli nei giardini zoologici può costituire una speranza di salvezza per questo splendido animale, ma la sua sopravvivenza non sarà mai certa fino a quando non potrà ritornare a vivere libero e al sicuro tra le nebbie di montagna, nutrendosi tranquillamente di bambù..