Curcio Medie

L’Impero di Roma non nacque con incoronazioni ufficiali, ma fu un merito di Augusto quello di riuscire a conquistarsi il potere poco alla volta. Rifiutate cariche speciali, come la dittatura a vita, finì per avere il controllo assoluto del Senato, delle Magistrature e delle leggi. Nessuno a Roma dubitava che la Repubblica fosse finita, tuttavia egli rifiutò sempre di farsi considerare un monarca. Così Tacito descrive l’ascesa al potere di Augusto nei suoi Annali.

 

Dopo che, uccisi Bruto e Cassio, non c'erano più eserciti che difendessero la libertà comune, dopo che Pompeo [Sesto Pompeo] fu sconfitto presso la Sicilia, e, tolto di mezzo Lepido e morto Antonio, neppure al partito giuliano rimaneva altro comandante all'infuori di Cesare [Ottaviano], deposto il titolo di triumviro atteggiandosi a console, si appagò della potestà tribunizia, per difendere gli interessi della plebe. Quando poi si fu attirato i soldati con i donativi, il popolo con distribuzioni gratuite di frumento, tutti con la dolcezza della pace, comincià ad acquistare, a poco a poco, sempre maggiore potenza, assunse su di sé le funzioni di senato, dei magistrati, delle leggi. E nessuno gli si opponeva, giacché i suoi più indomiti avversari o erano caduti in combattimento o erano stati eliminati con le proscrizioni, e gli altri nobili quanto più erano disposti a servire tanto più venivano arricchiti e colmati di cariche.

 

[da: Tacito, Annali, I, 2]