Curcio Medie

Re d’Italia (1820-1878)

Vittorio Emanuele II è il figlio primogenito di Carlo Alberto e di Maria Teresa d’Asburgo-Lorena di Toscana. È duca di Savoia dall’età di undici anni e, dal 1842, sposo di Maria Adelaide, la figlia dell’arciduca Ranieri d’Asburgo. Viene educato in un ambiente bigotto e tradizionalista e alle lezioni sulla politica preferisce gli esercizi militari. Il suo ideale è la monarchia assoluta. Non a caso, nel 1847 si dichiara contrario all’apertura liberale del padre e, l’anno successivo, alla concessione dello statuto del Regno sabaudo, che apre la via ad una monarchia costituzionale. Nonostante tutto, Vittorio Emanuele II si batte valorosamente nella prima guerra d’indipendenza. Dopo la sconfitta di Novara (1849), l’abdicazione del padre lo porta al trono. Presto comprende che la causa piemontese è strettamente legata a quella italiana e che non può ritirare lo statuto senza perdere le simpatie di tutti i liberali italiani. Quando la Camera piemontese rifiuta la pace con l’Austria, Vittorio Emanuele II rivolge agli elettori il famoso “proclama di Moncalieri”, chiedendo che vengano mandati al Parlamento uomini più consapevoli delle proprie responsabilità. La politica liberale dello Stato piemontese mette spesso a dura prova le convinzioni del sovrano, che resta pur sempre un conservatore, ma quando nel 1852 chiama al Governo Cavour, egli lo sostiene sempre. Il popolo italiano ha di lui l’immagine di “re galantuomo” e cercherà sempre di legarlo alla propria politica. La fiducia di Vittorio Emanuele per Cavour lo porta a firmare i Patti di Plombieres, per l’alleanza con la Francia, e a combattere personalmente nella seconda guerra di indipendenza (1859); ma l’armistizio di Villafranca, firmato con l’Austria proprio quando sembra vicina la conquista del Veneto, segna la rottura con Cavour che, disposto a continuare la guerra da solo, si dimette dal suo incarico. Continuando la propria politica personale, il re appoggia la spedizione dei Mille, alla quale Cavour è contrario. Dopo aver stretto un accordo segreto con Garibaldi, invade l’Umbria e le Marche e nel 1860 i due si incontrano a Teano. Il 14 marzo 1861, Vittorio Emanuele II viene formalmente proclamato primo re d’Italia. Dopo la morte di Cavour, in quello stesso anno, i suoi rapporti con i capi del Governo italiano, da Ricasoli a Rattazzi, sono più difficili. Cerca di intervenire nella questione di Roma e, non essendo riuscito ad accordarsi con il papa Pio IX, nel luglio 1871 si insedia al Quirinale. La sua influenza nella politica italiana è però in declino. Nel 1876, Vittorio Emanuele II accetta la cosiddetta “rivoluzione parlamentare” e chiama al potere la sinistra di Depretis. Muore nel gennaio 1878, a meno di un mese dalla scomparsa di Pio IX.