Curcio Medie

Il cammino della scienza è costellato di teorie errate.
Nel pensiero biologico se ne incontrano di estremamente interessanti perché dimostrano lo sforzo dell’uomo nel cercare una spiegazione a quel complesso fenomeno che è la vita.
Ci proponiamo in questa ricerca di esaminare i più singolari fra questi errori degli antichi; sorrideremo forse della loro ingenuità, ma riusciremo a comprendere meglio la profondità dei problemi che la biologia ha affrontato e dovrà ancora affrontare.

La concezione animistica
In molte religioni primitive esiste la convinzione che tutte le cose (Sole, alberi, mare, montagne) e i fenomeni naturali (fulmini, tempeste, alternarsi delle stagioni) siano dotati di un’anima; a queste varie anime viene attribuita l’intenzione di agire positivamente o negativamente nei riguardi dell’uomo, che quindi deve implorarne la benevolenza per cercare di sottrarsi alle più terribili calamità.
Questa concezione è entrata anche in molte filosofie del passato, secondo le quali tutta la natura era animata e manifestava nei confronti dell’umanità un atteggiamento che poteva essere benevolo o ostile, ma mai indifferente o estraneo. Risalgono chiaramente a questa concezione i riti propiziatori, per la pioggia, per il raccolto, per placare gli spiriti delle tempeste, di cui parlano tutti i grandi poemi antichi.

Vitalismo e meccanicismo a confronto
Il vitalismo risale ad Aristotele; secondo questa teoria i fenomeni riguardanti gli esseri viventi non possono essere spiegati con le stesse leggi che regolano gli altri fenomeni naturali, ma sono dovuti a un «qualche cosa» di misterioso: lo spirito della vita, appunto, che non potrà mai essere analizzato o compreso dalla mente dell’uomo.
Nel secolo XVII però, in seguito all’influenza del pensiero di Galileo Galilei (1564-1642) e successivamente di Isaac Newton (1642-1727), nacque una nuova concezione che si opponeva decisamente al vitalismo.
Era l’epoca in cui si costruivano macchine per compiere lavoro meccanico e alleviare così la fatica dell’uomo, e se ne studiava con passione il funzionamento. I meccanicisti sostenevano appunto che anche gli esseri viventi potevano essere considerati macchine le cui funzioni si determinavano per azione di parti in movimento (muscoli, ossa, tendini, cuore, polmoni) analoghi alle leve e agli ingranaggi.
Illustri meccanicisti furono Giovanni Alfonso Borelli (1608-1679), matematico e medico, che studiò la forza sviluppata dai muscoli e cercò di spiegare i movimenti del cuore, e Nicolas Steno (1638-1666), studioso di anatomia. Vitalisti e meccanicisti continuarono a scontrarsi per tutto il secolo XVIII, mentre il XIX secolo, con la nascita delle più importanti teorie biologiche, dall’evoluzione alla struttura cellulare dei viventi, vide il definitivo affermarsi della concezione meccanicistica.

La generazione spontanea
Nell’ambito della polemica tra vitalisti e meccanicisti si colloca la lunga battaglia sulla «generazione spontanea». Questa teoria, anch’essa dovuta ad Aristotele, sosteneva che mosche, vermi, topi, rane potessero nascere spontaneamente dalla sporcizia, dal fango, dai cibi avariati, comunque sempre da materia inanimata. È facile capire come una simile concezione fosse radicata anche nella mentalità popolare (e forse non è del tutto scomparsa) in quanto derivante da un’osservazione superficiale della realtà.
Il primo a confutare la generazione spontanea fu Francesco Redi (1626-1698), poeta e parassitologo; con una serie di esperimenti giustamente famosi dimostrò che le mosche non nascono nella carne in putrefazione per generazione spontanea, ma solo se altre mosche vi depositano le uova.
Un secolo dopo Lazzaro Spallanzani (1729-1799) dimostrò che i microbi non proliferavano in brodi bolliti a lungo.

Il colpo definitivo alla teoria della generazione spontanea venne dall’opera del grande batteriologo francese Louis Pasteur (1822-1895), studioso delle fermentazioni, scopritore di molti batteri patogeni e inventore di nuovi metodi per la conservazione degli alimenti (la pastorizzazione del latte è opera sua).

Teorie sulla riproduzione
Su questo fenomeno le teorie fantastiche sono numerosissime. Gli antichi ritenevano possibili tra l’altro concepimenti fra specie diverse da cui si originavano creature mostruose o eccezionali (minotauro, centauri, sirene).
L’invenzione del microscopio permise l’osservazione dei piccolissimi spermatozoi presenti nel liquido seminale cui furono subito attribuite facoltà eccezionali; ci fu chi vide in ciascuno dei minuscoli spermi, che si agitavano incessantemente sotto l’obiettivo, un essere umano in miniatura.
I sostenitori di questa ipotesi furono definiti spermisti, e venne elaborata una teoria secondo la quale il ruolo maschile nella riproduzione era determinante, mentre il ruolo femminile si limitava al nutrimento dell’embrione. Con la scoperta del follicolo ovarico nacque il partito degli «ovisti» per i quali determinante era il contributo femminile, visto che la cellula uovo era molto più grossa dello spermatozoo.

La ricetta di Van Helmont
Ecco una curiosa ricetta per produrre topi. La ricetta è stata inventata e pubblicata da Jan Baptist Van Helmont (1577-1644), studioso olandese i cui esperimenti sulla nutrizione delle piante sono tutt’altro che fantasiosi: «Si metta una camicia sporca in un recipiente aperto contenente semi di frumento, entro 21 giorni compariranno dei topi perfettamente normali e in grado di procreare altri topolini». Van Helmont sostenne di avere compiuto egli stesso questo singolare esperimento!

 

GLOSSARIO

Follicolo. Gruppo di cellule sporgenti dalla superficie dell’ovario; è costituito da una ovocellula circondata da cellule compagne.

Ingranaggio. Meccanismo che serve a trasmettere il moto tra due organi meccanici.

Leva. Macchina semplice costituita da un’asta rigida girevole intorno a un fulcro.

Macchina. Insieme di meccanismi in grado di compiere lavoro.

Pastorizzazione. Metodo di conservazione adatto per il latte o altri cibi liquidi; consiste nel riscaldare il liquido a una ben definita temperatura e per un certo tempo in modo da distruggere la maggior parte dei microbi responsabili della putrefazione, senza alterare sapore e appetibilità del prodotto.

Spermista. Sostenitore della teoria secondo cui i caratteri ereditari sono forniti dallo spermatozoo, nel quale alcuni scienziati credevano di scorgere un «homunculus» in miniatura, che doveva solo crescere nel grembo materno.

 

ATTIVITÀ PER LE COMPETENZE

1- Cosa vuol dire vitalista?

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2- Cosa significa animista?

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3- Chi inventò il metodo della pastorizzazione? Cos'è?

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4- Cosa pensavano gli antichi a proposito della riproduzione?

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5- Confronta la teoria del meccanicismo con quella del vitalismo.

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