Curcio Medie

Convivere con il cane significa accettare di dividere la propria quotidianità con un essere che è profondamente di verso da noi, ma che può diventare un fedele compagno. In questo rapporto gioca un ruolo importante la comunicazione, per la quale è necessario, da un lato, sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda del nostro amico ascoltando che cosa vuole dirci e, dall’altro, insegnargli a comprendere il nostro linguaggio. Cosa, questa, non difficile per l’animale, visto che con la sua particolare sensibilità riesce a captare persino le nostre emozioni e i nostri stati d’animo.

Due segni inequivocabili
Due modi di esprimersi molto comuni nel cane sono la “leccata” e la zampa protesa: entrambi dimostrano amicizia e disponibilità nei confronti dell’uomo.
Quando il cane lecca si dichiara pronto a inserirsi senza aggressività in mezzo agli uomini. Naturalmente il modo di “presentarsi” sarà diverso a seconda della conformazione e della razza dell’animale.
È indubbio che, anche quando porge la zampa, il cane vuole fare amicizia. Questo comportamento è naturale, come d’altra parte è naturale la sua tendenza a comunicare. Se, però, il cane ha avuto un periodo difficile, se è stato trascurato o sottratto alla madre in tenera età, sarà poco portato a qualsiasi tipo di comunicazione.

Il movimento della coda
Oltre che a mantenere l’equilibrio del corpo e a regolare l’intensità e l’intensità degli effluvi emanati dalla zona genitale e delle ghiandole anali - fondamentali per la riproduzione e per stabilire i confini territoriali - la coda serve anche a comunicare: dalla sua posizione e dal suo movimento l’uomo deve imparare a capire cosa vuole dire il suo fedele amico. Osserviamo dunque il comportamento dell’animale durante una giornata.
Al momento del risveglio il cane darà il buongiorno ai suoi “familiari” battendo la sua appendice sul letto con ritmo lento e regolare.
Al rientro anche lui fa colazione: se il pasto è di suo gradimento scodinzolerà felice, se invece non lo attira troppo sarà mogio mogio e manterrà la coda quasi ferma.
Se nell’aria c’è “odore” di gita, muoverà vorticosamente la coda senza neppure accorgersi di investire chi gli sta vicino.
Quando si arriva a destinazione, se capisce che è libero di scorrazzare senza impedimenti, comincerà a tastare il terreno seguendo gli odori e, una volta deciso cosa deve fare, spruzzerà diluvi dalle ghiandole anali per precisare i confini del suo territorio. Se si accorge che nei paraggi c’è un suo simile o un uomo, si immobilizzerà senza farsi riconoscere. Davanti a un intruso può reagire diventando aggressivo e puntando la coda, ben diritta, verso l’alto, o, se l’avversario è pericoloso, ritirandosi con la coda bassa tra le gambe.