Curcio Medie

Clorinda è una valorosa guerriera pagana, Tancredi un prode cavaliere cristiano segretamente innamorato della fanciulla. Mentre l’esercito dei crociati assedia Gerusalemme, Clorinda incendia le macchine belliche dei cristiani, portando il vantaggio l’esercito pagano. Cala però la notte e Clorinda, rimasta chiusa fuori da Gerusalemme, cerca di farvi ritorno e si imbatte in Tancredi. Egli non la riconosce, vede in lei solo un guerriero nemico e la sfida in duello.

 

51 Poi, come lupo tacito s’imbosca
dopo occulto misfatto, e si desvia[1],
da la confusion, da l’aura fosca
favorita e nascosa, ella se ’n gìa[2].
Solo Tancredi avien che lei conosca[3];
egli quivi è sorgiunto[4] alquanto pria[5];
vi giunse allor ch’essa Arimon[6] uccise:
vide e segnolla[7], e dietro a lei si mise[8].

52 Vuol ne l’armi provarla: un uom la stima
degno a cui sua virtù si paragone[9].
Va girando colei l’alpestre cima
verso altra porta, ove d’entrar dispone[10].
Segue egli impetuoso, onde[11] assai prima
che giunga, in guisa avien che d’armi suone,
ch’ella[12] si volge e grida: «O tu, che porte,
che corri sì[13]?» Risponde: «E guerra e morte.»

53 «Guerra e morte avrai;» disse «io non rifiuto
darlati[14], se la cerchi», e ferma attende.
Non vuol Tancredi, che pedon veduto
ha il suo nemico[15], usar cavallo, e scende.
E impugna l’uno e l’altro il ferro[16] acuto,
ed aguzza l’orgoglio e l’ire accende;
e vansi a ritrovar non altrimenti[17]
che duo tori gelosi e d’ira ardenti.
[…]

57 Tre volte il cavalier la donna stringe
con le robuste braccia, ed altrettante
da que’ nodi tenaci ella si scinge[18],
nodi di fer nemico[19] e non d’amante.
Tornano al ferro, e l’uno e l’altro il tinge
con molte piaghe[20]; e stanco ed anelante
e questi e quegli al fin pur si ritira,
e dopo lungo faticar respira[21].

58 L’un l’altro guarda, e del suo corpo essangue[22]
su’l pomo de la spada appoggia il peso.
Già de l’ultima stella il raggio langue
al primo albor ch’è in oriente acceso[23].
Vede Tancredi in maggior copia[24] il sangue
del suo nemico, e sé non tanto offeso[25].
Ne gode e superbisce[26]. Oh nostra folle
mente ch’ogn’aura di fortuna estolle[27]!

59 Misero, di che godi? oh quanto mesti[28]
fiano[29] i trionfi ed infelice il vanto!
Gli occhi tuoi pagheran (se in vita resti)
di quel sangue ogni stilla un mar di pianto[30].
Così tacendo e rimirando, questi
sanguinosi guerrier cessaro alquanto[31].
Ruppe il silenzio al fin Tancredi e disse,
perché il suo nome a lui l’altro scoprisse[32]:

60 «Nostra sventura è ben che qui s’impieghi
tanto valor, dove silenzio il copra[33].
Ma poi che sorte rea vien che ci neghi[34]
e lode e testimon degno de l’opra,
pregoti[35] (se fra l’arme han loco[36] i preghi)
che ’l tuo nome e ’l tuo stato a me tu scopra,
acciò ch’io sappia, o vinto o vincitore,
chi la mia morte o la vittoria onore.»

61 Risponde la feroce: «Indarno chiedi
quel c’ho per uso di non far palese[37].
Ma chiunque io mi sia, tu inanzi vedi
un di quei due che la gran torre accese[38]
Arse di sdegno a quel parlar[39] Tancredi,
e: «In mal punto[40] il dicesti»; indi riprese
«il tuo dir e ’l tacer di par m’alletta,
barbaro discortese, a la vendetta[41]

62 Torna l’ira ne’ cori, e li trasposta,
benché deboli, in guerra. Ah féra pugna[42],
u’ l’arte in bando, u’ già la forza è morta[43],
ove, in vece, d’entrambi il furor pugna[44]!
Oh che sanguigna e spaziosa porta[45]
Fa l’una e l’altra spada, ovunque giunga,
ne l’arme e ne le carni! E se la vita
non esce, sdegno tienila al petto unita[46].

 

[1] come un lupo, dopo aver compiuto furtivamente una uccisione, torna nel bosco e lascia il sentiero (desvia).
[2] Clorinda (ella), favorita e nascosta dalla confusione e dall’oscurità (da l’aura fosca), si allontanava (se ’n gìa).
[3] si accorge della sua presenza.
[4] sopraggiunto.
[5] prima.
[6] Arimone, un guerriero cristiano.
[7] la tenne d’occhio.
[8] cominciò a seguirla.
[9] e vuol metterlo alla prova nel combattimento (ne l’armi provarla): crede (stima) che sia un uomo degno di battersi con lui (degno a cui sua virtù si paragone).
[10] Clorinda (colei) sta aggirando un colle (alpestre cima) per raggiungere un’altra porta di Gerusalemme, dalla quale si propone (dispone) di entrare.
[11] perciò.
[12] avviene che faccia risuonare le armi tanto (in guisa) che Clorinda.
[13] «tu che corri tanto, che cosa porti?»
[14] dartela (la morte).
[15] che ha visto che il suo nemico è a piedi [privo del cavallo].
[16] la spada.
[17] non molto diversi.
[18] si libera da quella forte stretta.
[19] stretta di feroce (fer) nemico.
[20] i due tornano alla spada e si feriscono reciprocamente (e l’uno e l’altro il tinge con molte piaghe).
[21] poi, entrambi alla fine si allontanano un po’ per riprendere fiato.
[22] dissanguato [per le ferite].
[23] intanto nel cielo l’ultima stella affievolisce la sua luce (il raggio langue), mentre a est sorge l’alba.
[24] quantità. 
[25] ferito.
[26] si riempie di superbia, inorgoglisce.
[27] oh com’è folle la nostra mente che si lascia insuperbire da ogni soffio (aura) della fortuna.
[28] Tristi.
[29] Saranno.
[30] per ogni goccia (stilla) di quel sangue i tuoi occhi verseranno un mare di lacrime (pianto).
[31] sospesero per un poco il combattimento per un breve intervallo di tempo.
[32] per incoraggiare l’avversario a svelargli il suo nome.
[33] è una sfortuna che qui diamo prova (s’impieghi) di grande valore, che poi sarà coperto dal silenzio [perché non ci sono testimoni].
[34] ma poiché una sorte cattiva ci ha negato.
[35] Ti prego.
[36] può esserci spazio per.
[37] chiedi inutilmente (indarno) quello che, per abitudine (uso), non svelo mai (ho di non far palese).
[38] tu vedi davanti a te uno dei due che hanno dato fuoco alla torre.
[39] sentendo pronunciare quelle parole.
[40] in un momento inopportuno.
[41] sia quello che dici (il tuo dir, il fatto che hai indicato la torre cristiana) sia quello che non vuoi dire (’l tacer, il non rivelare il tuo nome) mi spingono ugualmente (di par) alla vendetta.
[42] Una lotta violenta.
[43] In cui sia l’arte del duello sia la forza.
[44] Li sostiene.
[45] Apertura, ferita.
[46] Come se fosse trattenuta nel petto per rabbia.

 

Lavoriamo sul testo 

Mettiamo ora alla prova quanto appreso dalla lettura del brano.

COMPRENSIONE
Dopo aver letto attentamente il testo, rispondi alle seguenti domande.

  1. Quando avviene il duello?
  2. Con quali sentimenti combattono Tancredi e Clorinda?
  3. Perché Tancredi vuole sapere con chi combatte?

ANALISI

  1. Come definiresti il duello? Individua le espressioni che lo descrivono.
  2. L’autore ad un certo punto interviene per commentare l’atteggiamento del protagonista. Cosa dice? Perché Tancredi piangerà amaramente?
  3. Secondo il tuo punto di vista, come viene presentata la guerra dall’autore? Motiva la tua risposta citando i passi che confermano la tua teoria.

LESSICO
Rileva nel testo tutti i termini che appartengono alla sfera semantica della guerra.

PRODUZIONE SCRITTA
Alla luce di quanto riportato nel brano, prova ad immaginare la figura di Clorinda. Descrivine l’aspetto.