Il re dei Rutoli Turno tenta di incendiare la flotta troiana, ma le navi si trasformano in ninfe marine. Eurialo e Niso, giovani guerrieri troiani molto amici tra loro, corrono ad avvisare Enea, non prima di essere individuati ed uccisi.
Frattanto[1] cavalieri mandati in avanscoperta dalla città latina,
mentre il grosso dell’esercito indugia schierato nella pianura,
andavano e portavano a Turno[2] risposte del re:
370 trecento, tutti armati di scudi, guidati da Volcente[3].
E già s’avvicinavano al campo, e arrivavano al muro,
quando li scorgono lontano piegare in un sentiero a sinistra;
l’elmo tradì l’immemore[4] Eurialo nell’ombra
luminescente della notte, e rifulse percosso dai raggi.
375 Non passò inosservato[5]. Grida dalla schiera[6] Volcente:
«Fermatevi, uomini; che ragione all’andare? Che soldati
siete? Dove vi dirigete?». Essi non si fecero incontro,
ma fuggirono veloci nel bosco e s’affidarono alla notte[7].
Da tutte le parti i cavalieri si slanciano nei noti
380 bivii[8] e circondano[9] di guardie tutti gli sbocchi.
Era una vasta selva irta di cespugli e di nere
elci[10], e dovunque la riempivano fitti rovi;
lucevano[11] radi sentieri tra piste occulte.
Ostacolano Eurialo le tenebre dei rami e la pesante preda[12],
385 e il timore lo trae in inganno[13] con la direzione delle vie.
Niso s’allontana. Incauto, oltrepassa il nemico,
e i luoghi che dal nome di Alba[14] si chiamarono Albani
– allora, alte pasture, li aveva il re Latino –,
quando si ferma e si volge inutilmente all’amico scomparso:
390 «Eurialo, infelice, dove mai ti ho lasciato?
E per dove seguirti?». Ripercorrendo tutto l’incerto cammino
della selva ingannevole, e insieme scrutando le orme,
le percorre a ritroso, ed erra tra i cespugli silenti[15].
Ode i cavalli, ode[16] lo strepito e il richiamo degli inseguitori:
395 non passa lungo tempo, quando gli giunge agli orecchi
un clamore, e vede Eurialo[17]; già tutta la torma,
con improvviso tumulto impetuoso[18], trascina lui oppresso dall’inganno
della notte e del luogo, lui che tenta invano ogni difesa[19].
Che fare? con quali forze ed armi oserà
400 salvare il giovane? o si getterà per morire sulle spade
nemiche, e affretterà con le ferite la bella morte[20]?
Rapidamente ritratto il braccio vibrando l’asta,
e guardando l’alta Luna, prega così:
«Tu, o dea, favorevole soccorri la nostra sventura,
405 bellezza degli astri, latonia custode dei boschi[21].
Se mai per me il padre Irtaco portò doni
alle tue are, e io li accrebbi con le mie cacce,
o li appesi alla volta del tempio, o li affissi al santo fastigio[22],
fa’ che sconvolga[23] quella schiera, e guida l’arma nell’aria».
410 Disse, e con lo sforzo di tutte le membra scagliò il ferro:
l’asta volando flagella[24] le ombre della notte,
e di fronte colpisce lo scudo di Sulmone, e ivi
s’infrange, e attraversa i precordi[25] col legno spezzato.
Quello rotola gelido vomitando dal petto
415 un caldo fiotto[26], e batte i fianchi in lunghi singulti.
Scrutano intorno[27]. Imbaldanzito, ecco Niso
scagliare una lancia dalla sommità dell’orecchio.
E mentre s’affannano, l’asta attraversa le tempie di Tago,
stridendo, e tiepida rimase nel cervello trafitto.
420 Infuria atroce Volcente, e non scorge in nessun luogo
l’autore del colpo, né dove possa scagliarsi rabbioso.
«Ma tu intanto mi pagherai con caldo sangue
la pena di entrambi[28]» disse; e snudata la spada
si gettò su Eurialo. Allora sconvolto, impazzito
425 Niso grida – non seppe celarsi più a lungo
nelle tenebre, o sopportare un tale dolore[29] –:
«Io, io, sono io che ho colpito, rivolgete contro di me il ferro,
Rutuli! l’insidia è mia; costui non osò e non poté
nulla (lo attestino il cielo e le consapevoli
430 stelle); soltanto amò troppo lo sventurato amico[30]».
Così diceva; ma la spada vibrata con violenza
trafisse il costato e ruppe il candido petto.
Eurialo cade riverso nella morte, il sangue scorre
per le belle membra, e il capo si adagia reclino[31] sulla spalla:
435 come un fiore purpureo quando, reciso dall’aratro,
languisce morendo[32], o come i papaveri che chinano il capo
sul collo stanco, quando la pioggia li opprime[33].
Ma Niso s’avventa sul folto e cerca fra tutti
il solo Volcente, contro il solo Volcente si ostina[34].
440 I nemici, addensatisi intorno a lui da tutte le parti,
lo stringono da presso; egli incalza ugualmente
e ruota la spada fulminea, finché non la immerse
nella bocca del rutulo urlante, e morendo tolse la vita
al nemico. Allora, trafitto, si gettò sull’amico
445 esanime[35], e al fine riposò in una placida morte[36].
Fortunati[37] entrambi! Se possono qualcosa i miei versi,
mai nessun giorno vi sottrarrà alla memoria del tempo,
finché la casa di Enea abiti l’immobile rupe
del Campidoglio, e il padre romano abbia l’impero.
(L. IX, trad. Canali)
[1] Alcuni cavalieri, mandati in avanguardia dalla città latina, venivano a portare notizie al re Turno, mentre il grosso dell’esercito attendeva schierato nei campi; erano trecento giovani armati anche di scudo, guidati da Volcente.
[2] Re dei Rutoli.
[3] Comandante dei Rutoli.
[4] Imprudente, perché ha dimenticato la cautela, indossava infatti armi scintillanti sottratte al nemico.
[5] Fu notato dai nemici con gravi conseguenze.
[6] Gruppo di uomini armati.
[7] Confidano nell’aiuto della notte.
[8] Sbocchi, possibili vie di fuga.
[9] Controllano.
[10] Alberi delle regioni mediterranee simile alle querce.
[11] Si mostravano, si aprivano.
[12] Il peso del bottino e la fitta ombra dei rami impacciano l’andatura di Eurialo.
[13] La paura lo induce in errore.
[14] Presso questa selva sorgerà Albalonga e quei luoghi si chiameranno albani.
[15] Tra cespugli silenziosi.
[16] La ripetizione del termine «ode» aiuta a ricostruire la confusione del momento; si tratta di una figura retorica chiamata «anafora».
[17] La ricerca di Eurialo si conclude con la constatazione che l’amico non ha più scampo.
[18] Improvviso e feroce scontro.
[19] Anche se Eurialo cerca di fuggire, ogni tentativo si rivela vano.
[20] Niso è indeciso sulla condotta da mantenere: non sa se farsi subito uccidere o tentare di salvare Eurialo.
[21] Prima di tentare la sua impresa, Eurialo invoca la protezione di Diana, figlia di Latona e di Giove, signora dei boschi e divinità lunare.
[22] frontone.
[23] che io crei confusione tra le schiere nemiche.
[24] rompe, colpisce.
[25] Cuore.
[26] Un caldo fiume di sangue.
[27] I nemici hanno visto cadere Sulmone e tentano di capire da quale punto sia partita l’arma che lo ha colpito.
[28] Volcente si avventa contro Eurialo in cerca di vendetta.
[29] Niso si rende contro che il suo amico sta per essere ucciso ed esprime la sua angoscia gridando. Non può più stare nascosto e invita i nemici a ucciderlo, tentando inutilmente di salvare l’amico.
[30] L’unica colpa di Eurialo è quella di aver amato troppo il suo amico e averlo seguito in questa impresa.
[31] Senza forza.
[32] Come un fiore rosso tagliato dall’aratro, morendo perde la sua forza vitale; similitudine.
[33] Come i papaveri abbassano il capo sul loro stelo quando sono appesantiti dalla pioggia; similitudine.
[34] Si accanisce.
[35] Privo di vita.
[36] La morte è una liberazione per Niso che ha visto morire l’amico.
[37] La poesia rende immortali gli eroi; finché Roma governerà il mondo, i due giovani saranno ricordati.
Lavoriamo sul testo
Mettiamo ora alla prova quanto appreso dalla lettura del brano.
COMPRENSIONE
Dopo aver letto attentamente il testo, rispondi alle seguenti domande.
- Chi sono Eurialo e Niso?
- Perché Eurialo viene circondato dai nemici?
- Chi lo ferisce mortalmente?
- Per quale motivo Niso torna indietro?
- Come si conclude l’episodio?
Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).
- La tragedia si svolge in una selva avvolta dalle tenebre.
- I due giovani hanno caratteri diversi tra loro.
- Eurialo vede morire l’amico.
- Niso è contento di morire.
- La poesia rende immortali gli eroi.
ANALISI
In base a quanto appreso, rispondi alle seguenti domande.
- La morte di Niso viene definita serena? Perché?.
- Il narratore è esterno? In qualche punto partecipa emotivamente? Dove?
LESSICO
- «Ode ai cavalli, ode lo strepito». Di che figura retorica si tratta?
- Con quale similitudini si racconta la morte di Eurialo?
PRODUZIONE SCRITTA
Prova ad immaginare un lieto fine per la vicenda. Riscrivi la conclusione dell’episodio.