Curcio Medie

Imperatore (Waiblingen 1115 circa - Saleph 1190).

Figlio di Federico II, duca di Svevia, e di Giuditta di Baviera, Federico I detto il Barbarossa ereditò il titolo paterno nel 1147 e poi, designato da Corrado III come suo successore, alla morte di questi (1152) fu eletto re di Germania. L’unanimità circa la sua elezione fu facilmente raggiunta in quanto, pur essendo egli della casa Staufen, ghibellina, era nipote di Enrico il Superbo e cugino di Enrico il Leone, e poteva, grazie a questa parentela con i maggiori esponenti del partito guelfo, ricomporre le discordie che dividevano la Germania.
Animato da una grande idea imperiale e convinto di essere chiamato a mettere ordine e pace nell’Impero, cominciò con il dare un assetto alla Germania, restituendo la Baviera a Enrico il Leone (1154) e trasformando la marca orientale nel ducato indipendente d’Austria. Consolidò altresì la sua posizione facendo amministrare da suoi funzionari i domini diretti; sposando poi Beatrice di Borgogna, ingrandiva con la eredità della moglie il suo regno (1156).
Così poteva rivolgersi all’Italia, dove i comuni avevano usurpato le regalie (diritti vari circa l’amministrazione della giustizia, la coniazione di monete, l’imposizione di multe ecc.) e dove persino a Roma un movimento repubblicano, capeggiato da Arnaldo da Brescia, aveva instaurato il comune. Per colmo il regno normanno, giunto alla massima potenza, interrompeva la continuità dell’Impero. Disceso nell’ottobre 1154, ridiede al papa Roma e fu incoronato imperatore il 17 giugno dell’anno seguente.
Di fronte ai comuni si limitò a emanare un decreto per revocare le loro usurpazioni ma, mancandogli allora la forza per farlo rispettare, rimandò alla successiva discesa (1158) più impegnativi provvedimenti. Convocata una dieta a Roncaglia, fece redigere da giuristi della scuola bolognese la Constitutio de regalibus, che riaffermava sulla base del diritto romano la restituzione delle regalie. Il conflitto che in conseguenza scoppiò fu aggravato dalla nuova posizione assunta da Adriano IV di fronte all’intromissione dell’imperatore nella nomina dei vescovi.
La più decisa ostilità del nuovo papa, Alessandro III, fu rintuzzata con la creazione d’un antipapa, mentre l’ostinazione di Milano veniva punita con la distruzione della città (1162). Fuggito il papa, Roma fu occupata dai tedeschi, ma un’epidemia li costrinse a lasciarla. I comuni allora si univano nella Lega lombarda (1° aprile 1167) e l’imperatore, sentendosi inferiore al nuovo schieramento di forze, raggiungeva nuovamente la Germania. Ma qui trovava una situazione sfavorevole ed Enrico il Leone gli negava aiuto; sicché, tornato in Italia (1174), fallì per la resistenza della città rafforzatasi nel frattempo e chiamata col nome del papa a lui ostile Alessandria, e nel 1176 venne sconfitto a Legnano dalla Lega lombarda. Costretto alla pace e al riconoscimento del papa, a Costanza (giugno 1183) riconobbe anche le libertà cittadine, accontentandosi di un tributo e della nominale sovranità sui comuni. Tuttavia, in Germania riuscì a far valere la sua autorità esiliando Enrico e privandolo della Baviera.
Nuovi contrasti con il papa rimettevano in gioco la pace, ma avendo ormai Milano come alleata, il Barbarossa sventò il pericolo con abile azione diplomatica. Un successo fu l’aver fatto sposare il figlio Enrico con Costanza d’Altavilla, erede del regno normanno. Ma sopraggiunse a quel punto la minaccia dell’Islam e il Barbarossa si impegnò (1188) a condurre una crociata. Partito da Ratisbona nel maggio del 1189, si spinse con l’esercito fino in Cilicia, ma qui trovò la morte, annegando nel fiume Saleph, il 10 giugno del 1190. Già rappresentato dalla storiografia patriottica italiana con tratti tirannici, il Barbarossa viene ora più obiettivamente riconosciuto nella sua grandezza di strenuo assertore d’un concetto di stato, quale egli tentò di realizzare sulla base di una amministrazione burocratica e di una continuità territoriale.