Curcio Medie

In biologia, la cellula è l’unità morfologica funzionale fondamentale che costituisce tutti gli esseri viventi siano essi monere, funghi, protisti, animali o vegetali.
Alcuni organismi, come ad esempio un batterio o un’ameba, si dicono «unicellulari (v. organismi pluricellulari e unicellulari)» perché sono costituiti da un’unica cellula; invece un organismo complesso pluricellulare, come un uomo adulto, può essere formato da più di centomila miliardi di cellule. L’aspetto, il comportamento, l’attività e le funzioni di tutti gli organismi sono la somma totale della proprietà della cellula o delle cellule che li compongono.

Le origini della biologia cellulare si devono a un botanico (v. botanica) inglese, Robert Hooke, che nel 1665 osservò con un rudimentale microscopio le pareti cellulari nel sughero e applicò il termine «cellula» per descrivere le microscopiche unità che aveva scoperto. Non meno importante è stato il contributo di Anthony von Leeuwenhoek che nel 1674 scoprì i protozoi, nel 1677 gli spermatozoi e nel 1683 osservò i batteri, meritandosi il titolo di «padre della protozoologia e della batteriologia». I graduali miglioramenti registrati nella tecnica microscopica (v. microscopio) e le numerose osservazioni permisero nel 1830 a Matthias Jakob Schleiden e Theodor Schwann di affermare che tutti gli organismi sono costituiti da cellule, un principio fondamentale oggi anche noto come «dottrina cellulare» e su cui è fondata la biologia cellulare contemporanea.

Dal punto di vista chimico (v. chimica) la cellula è un complesso gel acquoso costituito da proteine, carboidrati, lipidi, acidi nucleici e costituenti inorganici. Tutti i tipi cellulari sul nostro pianeta appartengono a uno tra due gruppi fondamentali: i procarioti, che non hanno un nucleo ben definito, e gli eucarioti, che hanno un nucleo ben definito, il cui materiale cromosomico (v. cromosoma) è separato dal citoplasma da un involucro nucleare. Nel nucleo hanno la loro sede i materiali depositari dell’informazione genetica (dna), e quindi i caratteri ereditari tipici della specie e dell’individuo di cui la cellula è parte integrante. Una tipica cellula eucariotica animale, oltre al nucleo, contiene nel suo citoplasma i seguenti apparati e organuli, che non hanno capacità di vita indipendente: mitocondri, lisosomi, perossisomi, apparato del Golgi, reticolo endoplasmatico liscio e rugoso, centrioli, microtubuli, microfilamenti, ribosomi, granuli di secreto ed eventualmente altre strutture. Le cellule vegetali differiscono da quelle animali in quanto è possibile osservare strutture caratteristiche come la parete cellulare, i cloroplasti e i vacuoli.

La forma primitiva delle cellula è sferica, anche se è strettamente dipendente dal tipo di tessuto (v. tessuto biologico) di cui fa parte e dalla funzione a cui è destinata. In genere, le cellule appaiono al microscopio ottico come piccoli corpi di forma e dimensioni estremamente variabili. Le dimensioni variano intorno ad alcune decine di micron; in particolari casi, come nella cellula uovo degli uccelli, possono raggiungere alcuni centimetri di diametro. Lo stato di aggregazione di più cellule, che costituiscono tessuti (v. tessuto biologico) e organi, porta a una differenziazione morfologica e funzionale, per cui le cellule assumono caratteri anche molto diversi tra loro.