Curcio Medie

Popolazione che abitava la regione storica dell’Asia Anteriore.
Fino al XIX secolo le notizie sulla civiltà e la storia degli antichi popoli mesopotamici erano le poche che si potevano attingere dai testi greci e romani e dalla Bibbia, mentre le scoperte archeologiche dei monumenti e delle sempre più numerose iscrizioni in caratteri babilonesi, e soprattutto l’interpretazione di queste ultime dovuta tra i primi al Grotefend e al Rawlinson, consentono oggi di ricostruire con notevole precisione la cronologia degli avvenimenti e i costumi di questa antica civiltà. Nel continuo succedersi di lotte, di spedizioni militari, di assoggettamenti che si manifestano nell’Asia Anteriore dal IV millennio a.C., gli assiri spiccano per l’abilità nell’arte bellica e per la disumana crudeltà con cui trattarono i vinti. I loro eserciti poderosi e ben organizzati si fondavano su fanterie pesantemente armate, su esperti arcieri e su alti e massicci carri da guerra. Essi, gente di razza semitica, erano stanziati nell’alto Tigri lungo le valli del Grande e del Piccolo Zab e occupavano in parte la Mesopotamia vera e propria; a sud avevano la Caldea, di cui assorbirono in larga misura la civiltà. La relativa povertà della loro terra e la fertilità e ricchezza di quelle dei popoli vicini contribuirono a stimolare il loro spirito di conquista. La storia degli assiri, che giungono alla ribalta dopo i sumeri della stirpe di Akkad, gli ittiti, i caldei, i mitanni, può essere divisa in quattro periodi: 1) Origini (fino all’inizio del II millennio a.C.); 2) Periodo arcaico o paleoassiro (fino al 1115 a.C.); 3) Periodo medioassiro (fino al 721 a.C.); 4) Periodo neoassiro (fino al 612 a.C.). Naturalmente in questa serie di secoli il fulgore della loro potenza risplendette a intervalli, subendo lunghi offuscamenti.

Origini. Nella prima fase si ha notizia della conquista dell’Assiria operata da popoli stranieri. Sargon I di Akkad la sottomette nel XXIII secolo a.C.; lo stesso avviene circa 400 anni dopo per mano dei sumeri; all’inizio del II millennio essa è infine assoggettata da Hammurabi, il saggio re della prima dinastia babilonese.

Periodo arcaico. Caduto il regno di Babilonia a opera degli ittiti, anche l’Assiria se ne giovò, divenendo un regno indipendente; nel XIII secolo a.C. il suo re Tukulti-Ninurta conquistò Babilonia, facendovisi incoronare.

Periodo medioassiro. Verso la fine del XII secolo a.C. il re Tiglatpileser I ingrandisce il dominio assiro, portando la guerra di conquista in ogni direzione e seminando il terrore tra i vinti. Egli così lascia scritto: «Io ho riempito dei loro cadaveri i borri delle montagne. Li decapitai e coronai le mura delle loro città con le loro teste». Tiglatpileser è il simbolo della gente assira: energica, tenace, piena di sangue freddo, violenta e sanguinaria, animata da un singolare spirito religioso, e che attribuiva alla volontà del dio Assur la propria spietata crudeltà verso il nemico. Iniziatore di nuove conquiste, dopo un periodo di decadenza, fu il fiero Assurnasirpal II (883-859 a.C.) che, trasferita la capitale a Kalkhu in posizione fortificata e organizzato lo stato con criteri militari, riprese le spedizioni con la stessa implacabile crudeltà di Tiglatpileser. Molte città si arrendono, mentre quelle che resistono vengono distrutte e i cittadini impalati. Tiro, Sidone e Gebel spaventate inviano doni. Intanto dal Libano giungono a Ninive legni preziosi per abbellirne i templi. Sono di questo periodo cospicui resti dell’arte assira, nella quale si manifesta una tecnica raffinata nella stilizzazione delle forme. La figura umana nelle statue dei sovrani, che sono l’oggetto preferito di artisti sconosciuti, ha una certa ieratica rigidezza, mentre i rilievi mostrano il gusto decorativo nella disposizione delle figure e nel ripetersi dello stesso segno stilizzato, com’è il caso delle onde marine nella porta bronzea di Salmanassar III.
Tori e leoni con testa umana, simbolo della forza e dell’intelletto, che venivano usati come stipiti nelle porte grandiose, rivelano una mirabile vitalità, pur nella rappresentazione stilizzata della muscolatura, della capigliatura e del pelame ferino. Tra i sovrani successivi emerge Tiglatpileser III (745-727 a.C.), il quale si distingue dai suoi predecessori per aver instaurato una nuova politica di conquista, annettendo i territori occupati e trasferendovi truppe e popolazioni di lontani paesi vinti, mentre gli altri re si erano contentati dei tributi e dell’atto di omaggio. La colonna, che ebbe presso i mesopotamici scarso impiego, viene adoperata a partire da Tiglatpileser III, nell’atrio dei palazzi, con funzione essenzialmente ornamentale, non portante.

Periodo neoassiro. Dal 721 al 705 a.C. occupa il trono Sargon II, che continuò la politica delle deportazioni e, in seguito a una sconfitta subita, si vide sorgere contro innumerevoli nemici, che tuttavia riuscì a battere. A lui risale il celebre palazzo di Khorsabad, costituito da una serie di cortili disposti talora uno nell’altro, regolarmente squadrati, sui quali si affacciavano le stanze, che con modulo tipico nell’abitazione antica non avevano comunicazione con l’esterno. Fuori del palazzo si elevava lo ziqqurat, una specie di piramide sacra formata di più gradini, di significato simbolico. L’uso dell’arco e della volta è uno degli elementi più originali e storicamente importanti di questo edificio. Il successore e figlio di Sargon, Sennacherib (705-681 a.C.), distrusse Babilonia con il proposito di eliminare una rivale allo splendore di Ninive. In lotta con Tirhaka, sovrano d’Egitto, si spinse fino a Pelusio sul delta del Nilo. Il figlio Assarhaddon (681-669 a.C.), domata una guerra civile, iniziò una politica pacifica e dette ordine di ricostruire Babilonia. Compì comunque un’impresa militare di grande importanza, sottomettendo l’Egitto, dove lasciò delle guarnigioni. La rivolta, immediatamente scoppiata, fu però repressa da Assurbanipal (669-625 a.C.), il più celebre dei re assiri, che trasse da Tebe saccheggiata un ricco bottino. Sedata poi una nuova ribellione a Babilonia, egli si rivolse verso Susa, capitale dell’Elam, e schiacciò definitivamente questo regno. Sotto di lui si hanno le più splendide testimonianze dell’arte assira, espressione di potenza e di raffinatezza. Nei fastosi palazzi di Ninive che egli costruì, emulando l’opera edilizia di Sennacherib, spiccano i bassorilievi in alabastro con scene di caccia, in cui sembra alitare una fauna piena di vita, ripresa nei più vari atteggiamenti con singolare realismo, che scaturisce da un’armonica fusione di particolari stilizzati: leoni trafitti da abili arcieri e scossi dai singulti dell’agonia o già morti, antilopi fuggenti, cavalli, cani. Con la morte di Assurbanipal si può dire termini la potenza assira: i successori, sovrani deboli, non resisteranno alla minaccia dei medi prima e a quella di Nabopolassar dopo. Nel 612 a.C. cadrà Ninive e i babilonesi batteranno successivamente le ultime forze assire e quelle del faraone Necho, che a essi aveva inviato soccorsi.