Curcio Medie

Dottrina teologica dichiarata erronea dall'autorità ecclesiastica e perciò condannata; va distinta dallo scisma, che consiste nel non riconoscere il magistero e l’autorità giurisdizionale dei vertici ecclesiastici, ma che può non comportare una divergenza dottrinale.
Nate in genere da riflessioni puramente speculative e diffuse soprattutto negli ambienti ecclesiastici, le eresie furono spesso associate a controversie di natura giurisdizionale o a contrasti politici, e divennero segnale di scontri profondi: si possono citare a questo proposito le controversie che opposero nel V-VI secolo l'Impero bizantino alla Chiesa romana, adombrate nella polemica sul monofisismo o, nei Regni romano-barbarici, il contrasto fra gli elementi germanici e quelli locali, emersi nella forma di lotta fra ariani e ortodossi; lo stesso carattere di manifestazione religiosa di lotte politiche ebbe nell’VIII secolo l’iconoclastia. Numerosissime furono le eresie nel Medioevo; alcune di esse riguardarono argomenti squisitamente dottrinali (come quella suscitata da Berengario di Tours a proposito dell’eucaristia), ma più frequentemente furono espressione del malcontento verso la gerarchia ecclesiastica, diffuse soprattutto fra le classi borghesi e popolari. Di questo tipo furono le eresie dei bogomili (Balcani, X secolo), dei patarini (Milano, XI secolo), dei catari o albigesi (Provenza, XII-XIII secolo), dei valdesi (Savoia, dal XII secolo), degli ussiti (Boemia, XV secolo).
Sul piano politico e sociale, queste eresie erano diffuse soprattutto fra le classi borghesi e fiorirono perciò con maggiore rigoglio nelle zone dove più sviluppati erano il commercio e l’artigianato (Italia settentrionale, Francia, Fiandre); fra i ceti più popolari, ebbero grande diffusione le eresie di tipo apocalittico, come quella predicata nel XII secolo da Gioacchino da Fiore e proseguita poi da alcune frange estremiste del movimento francescano.
Contro le eresie, la Chiesa istituì (XII secolo) l'Inquisizione (Inquisitio haereticae pravitatis), un'organizzazione giudiziaria dapprima locale, quindi accentrata, con propri tribunali, incaricata di indagare sulle deviazioni al dogma e di punire i responsabili. In quest’azione la Chiesa si valse della collaborazione degli imperatori e, molto spesso, dei re e dei grandi feudatari locali, preoccupati per l'implicita carica anarchica e antiautoritaria dei movimenti ereticali. La repressione, spesso durissima, ottenne in molti casi i risultati voluti, ma non poté eliminare i motivi di fondo che generavano le eresie; questi ricomparvero perciò in forma meglio strutturata e con maggiore profondità nella Riforma protestante.
Nell’età moderna, lo stretto collegamento tra controversie teologiche e motivazioni politico-sociali, che era stato alla base delle eresie del periodo precedente, non venne meno; ne è chiaro esempio l'eresia del giansenismo (XVII-XVIII secolo). Nel Settecento, coll'Illuminismo, si svilupparono numerose eresie di stampo deistico. Contemporaneamente, sorse una vivace opposizione all’intransigenza ecclesiastica, che favorì un atteggiamento più tollerante (fine al Seicento la punizione per gli eretici, frequentemente comminata, era il rogo). Le ultime importanti eresie sono state quelle dei vecchi cattolici (1871), che hanno costituito a Utrecht una Chiesa indipendente, e il Modernismo (inizio Novecento).