Curcio Medie

Internet rappresenta la più grande rivoluzione nella distribuzione del pensiero umano dai tempi di Gutenberg.

Essa è entrata a far parte dell’immaginario collettivo a partire dalla seconda metà degli anni ’90, e la sua paternità viene in genere attribuita a Vint Cerf e Robert Khan, i due studiosi che hanno ideato il protocollo di trasmissione TCP/IP (Trasmission Control Protocol), e a Tim Berners Lee, inventore del World Wide Web.
In realtà la sua storia è iniziata in piena guerra fredda, quando il presidente statunitense Eisenhower e il suo esecutivo decisero di fondare un comitato scientifico di alto livello, l’Advanced Research Project Agency (ARPA), che iniziò le sue attività nel 1958.
In breve tempo l’ARPA divenne il think-tank della Difesa americana, e gli scienziati che lavoravano al suo interno oltre a occuparsi di spazio, missili balistici ed esperimenti nucleari, si interessarono anche di computer e comunicazione, ponendosi il problema della salvezza delle comunicazioni in caso di attacco nucleare.

Nel 1968 vennero pubblicate le specifiche del progetto ARPANET: l’idea era quella di una rete distribuita nella quale ogni nodo fosse collegato ad altri mediante diverse traiettorie.

Centrale per il funzionamento del sistema era una sottorete di macchine collegate fra loro (gli IMP, Interface Message Process), destinate a fare da intermediari fra i vari computer collegati e la rete, assicurandone il funzionamento in qualsiasi circostanza. ARPANET vide la luce nel 1969 quando vennero attivati i suoi primi quattro nodi, che mettevano in collegamento l’UCLA (University of California Los Angeles), lo SRI (Stanford Research Istitute), l’Università dello Utah e la UCSB (University of California Santa Barbara). Nel 1971 i nodi divennero 15, nel 1972 passarono da 25 a 34 e già nel 1973 si ebbero le prime connessioni internazionali verso la Gran Bretagna e la Norvegia.

Il cuore del funzionamento di ARPANET era la tecnologia della commutazione di pacchetto, presente anche nell’attuale internet. Grazie ad essa i messaggi possono partire e arrivare anche nel caso in cui uno o più nodi vengano disattivati. Le informazioni, infatti, sono suddivise in «pacchetti» di dimensioni omogenee, ognuno dei quali è dotato degli indirizzi del mittente, del destinatario e di un numero di identificazione; in questo modo i pacchetti che compongono il messaggio hanno la possibilità di viaggiare autonomamente nella rete, secondo la traiettoria migliore fra le molte possibili, e di ricomporsi con gli altri una volta giunti a destinazione.