Curcio Medie

La politica controriformista ebbe sulle arti, come sul pensiero e su tutti gli altri rami della cultura, conseguenze rilevanti.

I protestanti, nel tentativo di correggere anche gli errori della Chiesa romana, avevano quasi negato il valore di qualsiasi tipo di arte religiosa.
I controriformisti tesero a consolidare dal punto di vista teologico le fondamenta su cui era costruita l’arte religiosa. Le immagini, quindi, lungi dall’essere idolatriche, dovevano costituire un incitamento alla devozione e un’ancora di salvezza per il fedele, una delle più valide armi per la propaganda e diffusione della fede.
Per questo la Chiesa doveva vigilare affinché non si trovasse nessuna opera che potesse traviare i cattolici e fornisse ai protestanti un’arma contro la Chiesa di Roma. L’irrigidimento della dottrina e della disciplina fu una delle principali conseguenze delle decisioni del concilio di Trento.


Carlo Borromeo, infatti, nelle sue Instructiones fabricae et suppellectilis ecclesiasticae (1577), tratta con semplicità tutti i problemi relativi agli edifici religiosi. La chiesa e le funzioni che vi si celebravano dovevano essere il più possibile maestose e solenni e imporsi con la magnificenza su ogni spettatore.
La facciata doveva essere severa e maestosa pur negli ornamenti semplici. All’interno l’altare doveva essere posto in alto e contornato da un ampio spazio per il presbiterio. La sagrestia doveva essere posta lontano dall’altare in modo che il sacerdote, per arrivarvi, dovesse svolgere una sorta di processione. La chiesa doveva essere particolarmente illuminata per cui le vetrate dovevano avere vetri non colorati.


Il Borromeo raccomanda la pianta a croce latina piuttosto che a croce greca, eliminando così la forma centrale prediletta dagli artisti del Rinascimento.
Anche Pietro Cattaneo (un teorico dell’epoca) nei suoi Quattro primi libri di architettura raccomanda la forma a croce perché la croce è il simbolo della redenzione. Le proporzioni dovevano essere quelle del corpo umano perché esse ricordano quello del Cristo. Il Borromeo non trascura neanche i particolari: per esempio, riferendosi alle porte, raccomanda quelle architravate piuttosto che arcuate perché l’arco è di origine pagana. Probabilmente egli, scrivendo, pensava alla chiesa del Gesù, già finita, che così naturalmente attuava il gusto della Controriforma. In tutte le sue Instructiones il Borromeo raccomanda la collaborazione tra l’artista e il sacerdote, principio che, imposto dal concilio di Trento, fu, in genere, sempre messo in pratica.